Due novità che riguardano
anche i lavoratori della conoscenza (LdC)
1.
L'emendamento al Milleproroghe
dei relatori riguardanti le pensioni del personale
scolastico e' stato ritirato durante l'esame
del provvedimento da parte delle commissioni Affari
costituzionali e Bilancio. L'emendamento di Gianclaudio
Bressa (Pd) e Gioacchino Alfano (Pdl)
prevedeva che valessero le vecchie
regole previdenziali per il personale scolastico fino al ad
agosto 2012.
2.
I PRECOCI. Grazie a
questa soluzione
è possibile apportare dei correttivi
alla recente riforma previdenziale, promossa dalla manovra
Monti-Fornero.
Giovanni
Sicali
L'emendamento
consente ai lavoratori cosiddetti «precoci», quelli cioè che
hanno cominciato a lavorare prima dei vent'anni, di andare
in pensione con 42 anni di versamenti (trattamento
anticipato) e meno di 62 anni (senza incorrere in
penalizzazioni). Questa possibilità è garantita fino al
2017.
Il
bicchiere mezzo pieno è che al primo esame in
Commissione Affari costituzionale e bilancio della Camera il
decreto milleproroghe nella parte che riguarda la riforma
delle pensioni non è stato stravolto. Rimane in buona
sostanza la riforma, corposa, messa in piedi dal ministro
del Welfare Elsa Fornero nella manovra di fine anno. Un
bicchiere mezzo pieno con l'incognita dell'esame dell'Aula
di Montecitorio e, poi, del Senato.
Il
bicchiere mezzo vuoto sono invece le modifiche
apportate. O meglio gli effetti di medio-lungo periodo che
le modifiche potrebbero avere sulla copertura e la
sosteniilità per il sistema. La salvaguardia dei lavoratori
precoci, che usciranno con penalizzazioni solo dopo il 2017
(è stata eliminata una situazione abnorme nei confronti dei
lavoratori interessati), e degli esodati (continueranno ad
applicarsi loro le vecchie norme) sarà coperta con l'aumento
delle aliquote dei lavoratori autonomi. Aumento progressivo
che arriverà allo 0,15% nel 2015 e 2016. Non sbaglia il
ministro Fornero quando ritiene che la copertura non può
essere solo a carico degli autonomi ma dovrebbe interessare
la fiscalità generale. È un principio non derogabile: non
può essere solo una categoria a pagare. Chi ha di più deve
contribuire per chi ha meno.
La
"speranza" è l'ultima a morire... Non è possibile però
vivere sotto una spada di Damocle. Va tutto di traverso,
compreso il nostro futuro prossimo.
Un ulteriore
micro-aumento progressivo delle aliquote contributive dei
lavoratori autonomi, pari ad altri 0,15 punti percentuali a
regime nel 2016, per garantire le risorse necessarie per il
salvagente previdenziale ai lavoratori «esodati» e, fino al
2017, anche ai «precoci». Con tanto di clausola di
salvaguardia: se, una volta definita la platea dei
beneficiari, le risorse dovessero rivelarsi insufficienti,
si potrebbe fare leva su un aumento dei contributi a carico
delle imprese per gli ammortizzatori sociali. Con questo
risultato, in gran parte non gradito al ministro Elsa
Fornero, nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio
della Camera si è chiusa, ma solo apparentemente e non senza
tensioni tra i ministeri del Lavoro e del Tesoro e nei
partiti che sostengono il Governo, l'estenuante partita
sulla copertura ai correttivi pensionistici al milleproroghe.
Il decreto ieri
ha ricevuto l'ok, in sede referente, delle commissioni
Affari costituzionali e Bilancio della Camera e da lunedì
sarà all'esame dell'Aula. E proprio in Aula a Montecitorio,
o al più tardi nel passaggio del testo al Senato, la partita
è destinata a riaprirsi visto che Fornero si è detta
apertamente contraria a un nuovo aumento delle aliquote
sugli autonomi, contenuto in un emendamento riformulato dai
relatori con l'assenso del Tesoro. E anche il Pdl, prima con
Giuliano Cazzola («la riforma Fornero è la giusta
direzione») e poi con i vertici del gruppo alla Camera,
Fabrizio Cicchitto e Massimo Corsaro, chiedono di trovare
una copertura diversa: «basta colpire gli autonomi».
Soddisfazione invece per la soluzione trovata è stata
espressa dal Pd con Cesare Damiano.
La contrarietà
manifestata, fin dalla tarda serata di giovedì, dal ministro
Fornero non riguarda l'obiettivo di salvaguardare casi
specifici di lavoratori cosiddetti «esodati» e anche precoci
ma la lo strumento di finanziamento individuato. Secondo
Fornero, e i tecnici del Lavoro, la copertura va individuata
con misure di fiscalità generale facendo in modo che chi ha
di più contribuisca in favore di chi ha meno.
Ecco allora che
in Aula alla Camera o al Senato potrebbe rispuntare un
aumento del contributo di solidarietà sulle pensioni più
alte. Un'opzione che era stata accantonata nella tarda
serata di giovedì quando ha cominciato a prendere corpo la
versione riformulata dell'emendamento dei relatori,
Gianclaudio Bressa (Pd) e Gioacchino Alfano (Pdl) in cui è
stato inserito il nuovo aumento progressivo dell'aliquota
contributiva su artigiani, commercianti e coltivatori
diretti a partire dal 2013: si parte con un +0,01 a cui nel
2014 si aggiunge un altro +0,04%, che lievita di un
ulteriore 0,05% sia nel 2015 che nel 2016 «fino a conseguire
un incremento complessivo di 0,15 punti percentuali». (...)