Dalla prima domanda: QUANDO andare in pensione? di Giovanni Sicali AetnaNet 15.1.2012
(1). Metodo
contributivo. Tanto si è versato, tanto si riceverà.
(2). La pensione? Posticipare
conviene.
(3). L’applicazione del metodo
contributivo produce (almeno dovrebbe) un effetto
positivo sul numero dei pensionati, che dovrebbe ridursi a seguito
della cessazione ritardata dal servizio decisa dai lavoratori. (4) Con i “riscatti” la pensione è più ricca e più vicina. L’art. 24, c.2, della legge 214/2011 dispone che la quota di pensione relativa alle anzianità maturate dal 2012 sia calcolata secondo il sistema contributivo. Ne deriv erà anche un cambiamento nel calcolo dei riscatti. Dal momento che la riforma ha elevati gli anni dell’anzianità contributiva per la pensione “anticipata”, il riscatto della laurea (p.es.) comporterà un aumento del montante contributivo e quindi sarà più facile raggiungere l’importo minimo previsto dalla riforma delle pensioni. Lenuove norme guardano al domani giocando tutto sul sistema contributivo: più versamente significheranno una pensione più alta.
(da Claudio Pinna e Fabio Venanzi,
esperti del Sole 24 Ore)
Conclusioni a) Il decreto Monti prevede che si possa proseguire l’attività lavorativa a 70 anni, fatti salvi gli adeguamenti alla speranza di vita. Ciò avviene nel rispetto dei limiti ordinamentali dei rispettivi settori di appartenenza. Vanno ricalcolati, natuaralemente i coefficienti di trasformazione. b) Il riscato della laurea potrebbe risultare ancora conveniente in quanto aumenta l’anzianità contributiva e risulta essere valido, ad oggi, sia per il diritto sia per la misura della pensione. Stabilire i vantaggi in termini di importo della pensione è impossibile ora. In ogni caso, se uno decidi di interrompere i versamenti, lo può fare in qualsiasi momento e non perderebbe quelli effettuati. c) La pensione ormai (per i contributi dal 1°/1(2012) verrà liquidata con il contributivo. I coefficienti di traformazione dovranno comunque essere aggiornati e sono determinati in funzione della speranza di vita e dell’età di pensionamento. Ocorre l’aggiornamento perché le tabelle oggi esistenti, tengono conto di chi accede alla pensione al massimo a 65 anni. d) Se dopo quest’anno si va in pensione con la forma “anticipata” : 42 anni e 1 mese di versamenti (41 e 1 mese per le donne), il calcolo della pensione sarà effettuato con il sistema retributivo fino al 31 dicembre 2011 e con il contributivo dal 1° gennaio 2012 in poi. e) L’articolo 24,c.14 della manovra Monti ha lasciato in vita l’art. 1°,c.9, della legge 243/2004 e quindi fino al 2015 le lavoratrici dipendenti (avendo almeno 35 anni di contributi) potranno andare in pensione con la vecchia regola di 57 anni di età (58 le autonome) ma con l’opzione obbligatoria per il calcolo della pensione in base al sistema contributivo. (Si perde almeno il 25.30% del valaore della pensione! f) Monti ha cancellato le finestre “berlusconiane” ma sulla ricongiunzione dei contributi non ha voluto fare marcia indietro. Perciò ricongiungere i contributi resta a pagamento, cioè a titolo oneroso per l’interessato (legge di manovra “tremontiana” 122/2010).
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