Eurispes: cresce la fiducia degli italiani
nei confronti della scuola

di Lara La Gatta La Tecnica della Scuola, 26.1.2012

Si conferma anche quest’anno pessimo il giudizio degli italiani nei confronti delle istituzioni. Parlamento e magistratura occupano il gradino più basso. E non va meglio neppure per il Governo, nonostante il passaggio dall’ “era” Berlusconi al Governo tecnico di Monti. I più sfiduciati sono i giovani tra i 25 e i 34 anni (74,6%).

Solo la fiducia nel Presidente della Repubblica tiene, sebbene con qualche scossone, mentre le più amate sono le forze dell’ordine; infatti Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza hanno raggiunto quote di consenso molto ampie.

Va bene anche per la Chiesa, che insieme alla scuola torna a crescere.

Il quadro è stato delineato dall’Eurispes nel Rapporto annuale 2012, presentato oggi a Roma, che fotografa la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.

La Chiesa cattolica torna ai livelli del 2010 dopo il calo dello scorso anno (40,2%), attestandosi al 47,3%. Parallelamente, le altre confessioni religiose segnalano una lieve crescita rispetto al dato 2011 (22%) passando al 22,7% nel 2012. Lieve flessione anche per le associazioni di volontariato, che godono, comunque, di un consenso altissimo; bene anche per le associazioni dei consumatori che conquistano un buon risultato raccogliendo il 52,1%, ma con un calo rispetto al 55% dello scorso anno. In calo anche le associazioni degli imprenditori, così come soffrono la pubblica amministrazione, i sindacati e i partiti politici.

Cresce invece la fiducia nella scuola che nel 2011 raccoglieva il 43,7% dei consensi e che quest’anno arriva alla più alta percentuale dal 2009 al oggi del 48,9%.

Per quanto riguarda le prospettive di lavoro, circa il 60% dei giovani tra i 18 e i 34 anni e il 57,1% tra i 25-34enni si dichiara disponibile a lasciare l’Italia. Il dato scende al di sotto del 50% tra i 35-44enni (45,2%) per poi calare tra i 45-64enni (35%) e ancor di più tra gli ultra sessantacinquenni (20,5%). Tra le motivazioni principali, al primo posto le maggiori opportunità lavorative (22,9%) che gli Stati esteri sembrano offrire.