Precari, i Cip eleggono di A.G. La Tecnica della Scuola, 6.1.2012 Subentra a Maristella Curreli, immessa in ruolo dopo 20 anni di supplenze. Il direttivo ha subito approvato la “Carta del precariato”. Ai ds viene chiesta massima trasparenza nella gestione delle nomine. Al Miur cautela nell’attivazione delle nuove abilitazioni (solo per classi di concorso esaurite) e chiusura a formule di reclutamento innovative: le assunzioni devono passare “esclusivamente dalle vigenti graduatorie”. Cambio al vertice dei Cip, i Comitati insegnanti precari: il direttivo nazionale, riunito a Roma, ha eletto come nuovo presidente Elena La Gioia, già da diversi anni a capo della sezione Puglia. Maristella Curreli, presidente dei Cip dal 2007, ha lasciato l’incarico poiché lo scorso settembre, dopo 20 anni di precariato, è stata assunta in ruolo nella sua Sardegna: Curreli continuerà comunque a far parte del direttivo come vicepresidente. L’altra vicepresidente sarà Maria Cristina Rossi, andando così a formare un “terzetto” di donne a capo di una delle organizzazioni più “antiche” del comparto scolastico (il suo riconoscimento da parte del ministro dell’Istruzione risale al 1998) in difesa dei diritti degli insegnanti precari. Subito dopo l’elezione, il direttivo ha discusso ed approvato una nuova piattaforma della categoria, tradotta in una “Carta del precariato”: il documento si compone di una serie di temi – dalle “Richieste di carattere generale” al “Sistema di reclutamento”, passando per le “Graduatorie ad Esaurimento” e le “Questioni economiche”. Tra le proposte generali che i Cip sottopongono alle istituzioni spicca una maggiore attenzione, tradotta in risorse, per il comparto Scuola. Secondo i precari la qualità della Scuola passa necessariamente per la garanzia della continuità didattica e del limite di venti alunni per classe in presenza di un allievo diversamente abile. I Cip continuano poi a lamentarsi per la normativa in vigore che permette la “mobilità professionale dei docenti di Religione Cattolica (IRC) verso insegnamenti diversi da quello per il quale sono stati reclutati, anche nel caso di revoca dell'idoneità da parte dell'ordinario diocesano competente”. Diverse le istanze, inserite nella Carta, che riguardano da vicino il mondo del precariato: obbligare gli istituti del “circuito integrato” che godano a qualsiasi titolo di finanziamento pubblico, al reclutamento dei docenti dalle GE per gli incarichi a T.I., sia per quelli a T.D. e a progetto, pena la revoca tanto delle risorse finanziarie quanto del riconoscimento della parità; confermare la facoltà dei convocati dagli istituti paritari di rifiutare la nomina senza che ciò comporti l’esclusione dalle graduatorie; estendere ai docenti precari, che hanno maturato l’anzianità di servizio richiesta, la possibilità di partecipazione al concorso per Dirigente Scolastico; allargare anche ai docenti con incarico annuale la possibilità di elettorato passivo nelle elezioni Rsu. Un vero e proprio appello viene rivolto ai dirigenti scolastici: “prima ancora di procedere alla convocazione dei docenti che aspirano al conferimento di incarichi e supplenze, l'amministrazione scolastica è tenuta a predisporre un quadro chiaro ed esaustivo delle disponibilità dei posti utili agli incarichi e supplenze”. Anche i Cip auspicano cautela a proposito delle nuove abilitazioni: “Le nuove procedure abilitanti – si legge nel documento - saranno attivate solo dopo aver stabilito gli aventi diritto, i titoli d’ammissione, le finalità, i tempi e le modalità di svolgimento delle stesse”. Poi, però, per quanto riguarda le assunzioni, i Comitati insegnanti precari chiudono a qualsiasi altra soluzione che non passi per le attuali liste di attesa provinciali, da mantenere sempre ‘blindate’: “il reclutamento a qualsiasi titolo del personale docente deve avvenire esclusivamente dalle vigenti graduatorie. Fermo restando il carattere ad esaurimento delle stesse, è preclusa ogni nuova inclusione ma il solo aggiornamento del punteggio degli iscritti”. Poi una precisazione importante: “è comunque fatto assoluto divieto ai DS di assumere per chiamata diretta”. |