Attese possibili

 dal blog di Marco Rossi Doria, 10.1.2012

Si arriverà a breve a un primo banco di prova. La domanda è: come fa un Governo, con mezzi limitatissimi, in piena recessione, con un debito spaventoso dei conti pubblici, a dare segnali non solo simbolici, e sostegno a scuole, docenti, ragazzi?
Sì, certo, si può e si deve interrompere il clima sfavorevole alla scuola: parlar bene e non più male dei docenti, smettere di ripetere che i soldi per la scuola sono spese e chiamarli investimenti, introdurre- non senza fatica- nuovi media ed edilizia scolastica nell’agenda per il Sud. Non è poco. Ma poi c’è da organizzare il lavoro, disporre davanti a noi un credibile orizzonte di attesa.
Non so ancora se le cose che da tempo ho in testa potranno entrare in tale orizzonte. Ma è bene nominarle.

1) Fornire le scuole di un organico stabile, che ridia ossigeno a un minimo di effettiva autonomia: docenti per le ore ordinarie, docenti per i bisogni educativi speciali, docenti in organico, stabilizzato, per coprire la maggior parte delle supplenze e al contempo per assicurare un po’ di risorse per affrontare le criticità, promuovere novità, consolidare risultati.

2) Favorire sinergie tra un po’ di soldi pubblici e soggetti privati per svecchiare il patrimonio dell’edilizia scolastica: creare le prime scuole davvero sicure, eco-sostenibili e funzionali, dismettere quelle completamente insicure o per le quali paghiamo costosi affitti.

3) Riunire le voci di bilancio, semplificare procedure, facilitare spese sensate e re-sponsabili da parte delle scuole.

4) Far entrare un po’ di docenti precari e anche, al contempo, un po’ di ragazze e ragazzi che vogliono insegnare, per concorso, come dice la Costituzione: tot posti veri e tot vincitori, senza ulteriori graduatorie.

5) Assicurare per tutti- vecchi e nuovi entrati a scuola- una stabilità di sede, che serve ai ragazzi come il pane: almeno per tre anni di seguito noi docenti dobbiamo evitare i trasferimenti.

6) Una ripresa degli scatti di anzianità.

7) Riformare i percorsi scolastici in modo che- dalla prima elementare al diploma- durino in tutto non oltre 12 anni. In modo da far coincidere la maggiore età e la fine della scuola, come nei grandi paesi europei, in USA, in India, Cina e Brasile.

8) Creare dei primi prototipi di scuola con il mandato e le risorse per combattere davvero la dispersione scolastica nelle aree più povere.

Forse non sono attese semplici da realizzare, ma sono possibili.