Reclutamento docenti

Il senatore Pittoni, la via di Damasco,
le Gae e la regione Lombardia

inviata da Pasquale Almirante, 16.2.2012

Il senatore Mario Pittoni della Lega Nord, che si è convinto essere Rubi-Rubacuori la nipote di Mubarak, che ha votato gli 8 miliardi di tagli alla scuola, che ha difeso il riordino epocale della ex ministra Gelmini, che ha appoggiato il blocco degli scatti di anzianità e del rinnovo del contratto di lavoro degli statali, cha ha dato mano libera a Brunetta sulla tassa per la malattia, che vuole chiudere l’emigrazione scandalosa dei docenti sudisti verso la Padania, che implora esami di lingua e cultura locale ai terroni che malauguratamente sbarcassero sotto i simboli del sole delle Alpi, improvvisamente lo vediamo trasformarsi in sorvegliante e vestale della costituzione e in modo particolare dell’art. 3, “essendo evidente il trattamento diverso di soggetti appartenenti alla medesima categoria”, in riferimento all’emendamento nel Milleproroghe che prevede l’inclusione in coda nelle GaE di 20mila docenti in possesso di abilitazione, ma contro cui lui ha tuonato e inveito, presentando perfino un emendamento che ne bloccasse l’efficacia. Questa illegittima intromissione nella graduatoria degli abilitati, dice il nostro senatore della Repubblica Italiana (è meglio specificare viste le intenzioni separatiste), chiuse nel 2007, che Fioroni (ma non è stato per Pittoni e il suo partito un ministro inefficace con tutto l’ex governo delle tasse di Prodi?) blindò e che ora si riaprono per colpa del Pd, porterà a contenziosi e litigi legali in applicazione appunto dell’art.3 della Costituzione, che faranno piangere ancora di più le casse dello Stato, mettendolo pure nelle sabbie mobili dell’inattività.

Bisogna dunque dire che questo recupero inopinato di Pittoni della supremazia della Repubblica e della costituzione che la sostiene per certi versi ci commuove, intenerendoci per questa ultima sua scelta fiorita sulla via di Damasco e a sostegno dei principi di giustizia e legalità, visto che per sostenere le code, Gelmini ministro, nelle graduatorie provinciali il nostro senatore portò all’epoca il Miur sotto lo scacco matto dei tanti ricorsi vinti dai docenti che richiedevano legittimamente il pettine. Con ogni probabilità sarà una conversione, un ravvedimento a favore del ministero della Istruzione il suo proponimento di mettere sul tavolo della futura discussione parlamentare un disegno di legge che blocchi le GaE, faccia uscire i circa 20mila docenti abilitati come i loro colleghi e faccia ritornare tutto come prima dell’emendamento approvato ieri; e questo, sostiene sempre Pittoni, solo per tutto vantaggio delle regole volute da Fioroni (quello del governo delle tasse di Prodi) e del rispetto delle norme inviolabili votate proprio quando lui era all’opposizione e quindi col suo voto sfavorevole.

Contestualmente accusa Monti di essersi assunta una responsabilità grave, quella appunto di avere consentito la riapertura delle Gae, ma delle sue non fa menzione, né di quelle del suo partito che con i suoi alleati non è riuscito a portare a termine la legislatura per inefficacia e inefficienza e per nascondimento del disastro verso cui si veleggiava, né della catastrofe che è stata perpetrata ai danni della scuola pubblica. Infatti se tenesse un poco alla nostra istruzione pubblica, invece di stracciarsi le vesti per un atto di giustizia che sana, seppure a metà e seppure con poca conclusione, la posizione di 20 mila ragazzi, dovrebbe armarsi di spadone, come Alberto da Giussano, e, guerreggiando a cavallo di un cavallo verde, impedire che la regione Lombardia continui nel suo progetto di consentire alle scuole statali di reclutare il personale docente con un concorso di istituto. Qua si la costituzione rischia di essere violata e constatato che essa ha un nuovo cavaliere di ventura attendiamo il suo arrembaggio con lancia in resta contro il Pirellone.

Pasquale Almirante
p.almirante@alice.it