Gli insegnanti continueranno
ad essere trattati diversamente dagli altri lavoratori del
pubblico impiego.
E' stato bocciato, infatti,
dalla commissione Affari Costituzionali e Bilancio del
Senato,
l'emendamento del Pd che
prevedeva la possibilità per i docenti che matureranno i
requisiti per la pensione entro il 31 agosto prossimo di
lasciare il lavoro con le vecchie regole. Così come è stato
per i dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti
entro il 31 dicembre scorso. Non è passata la richiesta della
senatrice Mariangela Bastico
di un trattamento differenziato dei docenti, che "lavorano
non sull'anno solare, ma su quello scolastico e dunque non
possono andare in pensione l'1 gennaio, ma solo l'1
settembre. Ma non c'e' stato verso".
Perciò circa 4mila prof
rimarranno fuori dai giochi e slitteranno automaticamente
dentro al nuovo sistema disegnato dal governo Monti con un
ritardo netto della loro pensione. Lega e Pdl hanno votato
contro l'emendamento del Pd. E anche parte del centro.
Secondo i calcoli effettuati
dal Pd il contingente che avrebbe beneficiato delle vecchie
regole sarebbe stato di circa 4mila insegnanti con un costo,
a giudizio della Bastico, di 215 milioni per la copertura
fino al 2105. Secondo la Ragioneria di Stato i beneficiari
sarebbero invecei 6mila con un costo calcolabile attorno ai
600 milioni.Il PD tuttavia ha dichiarato di voler
"ritentare" l'inserimento "in qualche altro provvedimento".
|