Lettera aperta Egregio signor ministro Profumo... di Ercole Redaelli dal Corriere di Lecco, 11.2.2012 Egregio Signor Ministro, Le sono grato, innanzitutto, per l'attenzione che Lei mostra verso questa nostra provincia di Lecco avendo deciso di venire ad incontrarla all'inizio del Suo mandato e in una fase in cui il Governo di cui Lei fa parte sta maturando provvedimenti di grande importanza, incisività e innovazione per l'intero Paese. La nostra provincia rappresenta un estremo, non solo geografico, di questa nostra lunga e varia Italia che si regge su un mix, disomogeneamente distribuito, di produttività e di parassitismo, di imprenditorialità e di burocrazia, di laboriosità e di menefreghismo, di lealtà e di evasione, di onestà e di sotterfugio, di trasparenza e di privilegi, di pubblico e di privato, di regioni speciali e di regioni normali… Una situazione cristallizzatasi nei decenni e la cui tendenza è stata, ultimamente, di progressivo aggravamento a causa della prevalenza degli interessi particolari su quelli generali e della difficoltà a scardinare questo sistema perversamente corporativo per l'indebolimento degli strumenti di democrazia di cui pure il nostro ordinamento si era dotato. Noi a Lecco siamo quelli che, in questo quadro, si erano trovati a scegliere l'imprenditorialità, la laboriosità, il privato, il merito. Noi abbiamo sempre cercato di risolvere le difficoltà, anche economiche, in famiglia e poi rivolgendoci al pubblico. La nostra provincia è ai primi posti per incidenza di attività manifatturiere; le nostre sono imprese mediopiccole e micro; la disoccupazione, fino a due anni fa, era praticamente sconosciuta; lo stato di cassintegrato era vissuto con un senso quasi di colpa; la condizione licenziato viene, preferibilmente, tenuta nascosta. Oggi questa crisi ci colpisce in maniera durissima e fa pericolosamente vacillare alcune nostre convinzioni. Avere la disoccupazione al 6% per noi è un dramma, perchè i sussidi di assistenza pubblica da noi vengono erogati solamente a chi ne ha veramente diritto. La crisi produttiva da noi si traduce immediatamente in disoccupazione, perchè da noi l'impiego pubblico non è usato come ammortizzatore sociale. Le difficoltà finanziarie delle nostre imprese spalancano le porte all'infiltrazione mafiosa. La provincia di Lecco si aspetta molto da Lei, Signor Ministro Profumo. Tenga presente che, per noi, l'articolo 18 è veramente solo un simbolo di dignità, quella dignità citata anche da Benedetto XVI nell'Enciclica "Charitas in veritate" nel momento in cui egli richiama la "responsabilità sociale dell'impresa". Da noi i tre Sindacati hanno sempre affrontato e risolto le situazioni di crisi aziendale in maniera unitaria e con soluzioni di grande responsabilità. Da noi i nostri medi e piccoli imprenditori hanno veramente interesse a tenersi legati i propri lavoratori e i lavoratori sono veramente cointeressati al bene dell'azienda. E' un errore, soprattutto in questo momento, voler eliminare questo simbolo. Tenga presente che, da noi, era normale incominciare a lavorare a 15 anni e che, quindi, sono numerosi i lecchesi che hanno maturato 40 anni di anzianità all'età di 56 anni o poco più. I loro progetti sono stati stravolti dalla recente riforma delle pensioni ed essi stanno pagando un pesante contributo alla comunità nazionale. Tenga presente che i drastici tagli al welfare stanno mettendo in ginocchio i Comuni e le famiglie già colpite dalla disoccupazione, dalla perdita del potere di acquisto e dall'aumento di tariffe e prezzi. Tenga presente che i vincoli del patto di stabilità hanno bloccato gli investimenti per le opere pubbliche locali con gravi ripercussioni sulle imprese soprattutto del settore edile. Anche per dare respiro a queste imprese, è indispensabile un'attenuazione di tali vincoli, almeno per le opere comunali immediatamente cantierabili.
Poichè, infine, sono convinto che la soluzione di gran parte di questi
problemi passa necessariamente dallo sviluppo e dalla crescita
economica, è necessario che, per il nostro territorio, si favorisca
l'aggregazione di imprese verso la ricerca di prodotti innovativi e
di nuovi mercati e che si incentivi, come, d'altra parte, ha già
recentemente fatto anche il Comune di Lecco, la collaborazione tra
imprese e centri di studio e ricerca. Per la delega che Ella
esercita all'interno del Governo Monti, Le è certamente possibile
dare un importante contributo a questo processo nel quale il ruolo
della scuola, dell'università e della ricerca è determinante. Il
Nuovo Campus universitario, ad esempio, è un progetto da completare
rapidamente e per il quale è giusto che Lecco ottenga particolare
attenzione e sostegno anche attraverso accordi e contributi che ne
riconoscano concretamente la valenza sovraprovinciale. Buon lavoro,
Signor Ministro. |