GRUPPO DI FIRENZE

per la scuola del merito e della responsabilità

La preside e il bidello:
condannati e inamovibili

dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, 16.2.2012

Sul “Corriere della Sera” Gian Antonio Stella denuncia, in un articolo come sempre documentato, l’ennesimo scandalo della pubblica amministrazione: Bidello fa da autista alla preside. Condannati, ma restano al loro posto. La sentenza arriva cinque anni dopo il rinvio a giudizio, il 24 ottobre dell’anno scorso, e stabilisce che la donna ha compiuto "artifici e raggiri finalizzati a conseguire, tramite l'uso privatistico dei propri poteri e funzioni, un ingiusto profitto". La dirigente viene condannata a 10 mesi di reclusione e 400 euro di multa. Il bidello a 7 mesi e a pagare 300 euro. “Pene evaporate per entrambi grazie al condono del 2006”. Per di più, sono tutti e due ancora al loro posto. Si chiede Stella: “Come pensa di spiegare, lo Stato, ai ragazzi di un liceo di Messina, che bisogna rispettare le regole?”
 

Negli ultimi anni abbiamo avuto nelle scuole italiane altri casi di malcostume, che non sono approdati nelle aule giudiziarie, ma non sono neppure stati sanzionati dal punto di vista disciplinare, per l’indifferenza o forse per l’impotenza ministeriale.

Quale lezione trarre da questo episodio? In primis, bisogna che le norme disciplinari vengano modificate in modo da garantire provvedimenti tempestivi oltre che adeguati (la prontezza della pena auspicata da Beccaria). È d’altra parte inutile ripetere quanto scandalose siano la lentezza e la farraginosità dei processi (in questo caso penali), la dovizia dei condoni, la frequenza delle prescrizioni, il soggettivismo nell’applicazione delle leggi da parte di molti giudici, tutti fenomeni che minano alla base la certezza del diritto.

In secondo luogo, è urgente che nella scuola si radichi un sistema di principi etico-deontologici, anche a prescindere dalla futura, auspicabile creazione di organismi professionali incaricati di redigerli e di farli rispettare. Norme che riguardino i principali doveri di docenti e dirigenti nei confronti dei colleghi, degli studenti, delle famiglie, della propria stessa professione.

Abbiamo più volte sostenuto che, prima di pensare a complessi, costosi e poco convincenti sistemi premiali per i docenti e i dirigenti, si deve cominciare a sanzionare sic et simpliciter il demerito professionale. Ovviamente va messa in conto la resistenza dei sindacati, ancora legati ad un conservatorismo ipergarantista, e l’avversione di politici e di opinionisti affezionati a modelli meritocratici astratti, che in altri paesi hanno dimostrato di creare più problemi di quanti ne risolvano.

Per fare un esempio analogo: quando qualche anno fa venne alla ribalta il fenomeno del bullismo studentesco, bastò ripristinare il vecchio voto di condotta per riportare un clima più sereno nelle aule scolastiche e diminuire il senso di impotenza degli insegnanti. (SC)