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"Chi controlla la bottega?". Lettera aperta a Sua Eccellenza il Ministro dell'Istruzione Prof. Francesco Profumo Prof.ssa Antonella Riem da Affaritaliani.it, 1.2.2012 Sua Eccellenza, Caro Collega, Ti scrivo in qualità di collega, Preside e Presidente della Conferenza permanente di Lingue e Letterature Straniere. Questi ultimi due incarichi, ancora per poco, fino allo smantellamento di un'istituzione che mi onoro di servire dal 1983, data in cui sono cominciati i miei primi incarichi di 'assistente non retribuita'. Mi sono laureata nel 1981 con 110 e lode, la prima del mio corso, perfettamente in regola. Nel corso della mia carriera di anglista a volte ho dovuto scontrarmi con alcuni cosiddetti 'baroni' che trovavano le mie linee di ricerca 'originali' (troppo poco in linea con il 'canone' inglese), ma molti altri hanno saputo apprezzare. Avrei potuto scegliere l'Australia, dopo aver vinto la prestigiosa Australian-European Award Scholarship nel 1985, ma ho scelto di tornare in Italia, riportando il mio cervello ed anche il cuore, e, per mantenermi sono entrata di ruolo nella scuola nel 1984, sono diventata una 'giovane' ricercatrice nel 1987 (a 29 anni), una 'giovane' associata nel 1998 (a 40 anni) in un concorso 'nazionale', una 'giovane' ordinaria nel 2002 (a 44 anni) in un concorso 'locale', una 'giovane' direttrice di dipartimento nel 2006 (a 48 anni), una 'giovanissima' preside nel 2007 (a 49 anni), una ancor più giovane presidente della conferenza dei presidi nel 2008 (a 50 anni). Il tutto, ovviamente, coordinando progetti di ricerca, organizzando convegni, nazionali e internazionali, facendo parte di gruppi di lavoro sulla valutazione, facendo la referee, dirigendo collane e riviste, pubblicando volumi e saggi internazionali, eccetera eccetera. La Facoltà di Lingue e Letterature Straniere che presiedo, all'Università di Udine, è da nove anni prima nella 'classifica' del CENSIS. Mi sono trovata a dover gestire una 'riforma' che non ho mai approvato e che non capisco, anzi capisco sempre meno… sarò diventata improvvisamente troppo vecchia? Abbiamo (hanno) fatto diventare un lavoro entusiasmante, pieno di sfide, dove il centro fondamentale erano gli studenti (ora utenti - per ora non ancora 'finali'), la didattica e la ricerca scientifica, in un'organizzazione lentissima, dove si perde tempo interminabile in riunioni per cercare di capire decreti sempre più astrusi e incomprensibili che in breve tempo sono sostituiti da altri che li contraddicono, analizzando tabelle e facendo proiezioni di dati, dove siamo 'premiati' se 'laureiamo' più in fretta, dove siamo ostaggio di un'Amministrazione centrale che economicizza su tutto (tranne nei compensi ai dirigenti), dove sono state demolite le Facoltà in favore dei Dipartimenti (che avranno mille competenze e sono davvero curiosa di vedere come si potrà fare) solo perché gli americani fanno così, salvo che i colleghi dei paesi anglofoni da sempre invidiano il nostro sistema. Stiamo adottando la 'valutazione' con una macchina farraginosa, che si centra sulla 'quantità' e la 'misurazione', che non premierà certamente il merito, ma ci rende ostaggio di ulteriori riunioni interminabili e inutili. Parliamo dei 'giovani' e di 'merito' ed io ho dei/delle brillanti addottorati/e, con pubblicazioni referate internazionali (e quant'altro) che sono semplicemente a spasso o all'estero (tutti/e dai 40 anni in su). La bibliometria va in disuso nei paesi anglofoni e noi l'adottiamo, in ritardo di anni e malamente. Parliamo di internazionalizzazione e sul sito dell'ANVUR (ma non solo) leggo le bio in inglese dei colleghi con macroscopici e banalissimi errori di lingua inglese (che vengono visti da tutto il mondo). Allora mi chiedo, insieme il premio Nobel per la chimica Kari Mullis, "chi controlla la bottega?"… e purtroppo non vedo uno spiraglio di luce dove veramente lavorare per e con i 'giovani' per una cultura che sia scientifica e altamente umana, per il progresso interiore, sociale e culturale e non solo 'economico' del nostro Paese. Ma forse sono solo ancora troppo 'giovane' e ancora credo di poter 'contare', di 'fare la differenza' per un'Istituzione che mi onoro di servire da oltre trentacinque anni; così come hanno fatto i miei genitori nella scuola - mio padre, Lugi Riem, è stato Medaglia d'oro alla Pubblica Istruzione e alla Sanità, mia madre Ines Argia de Vescovi, profuga istriana, era un'antesignana di tutte le 'nuove' metodologie didattiche che si vanno proponendo.
Caro Ministro, Caro
Collega, spero che anche Tu sia abbastanza 'giovane' e mi risponda.
Ti saluto con viva
cordialità
Presidente della Conferenza italiana dei Presidi delle Facoltà di
Lingue e Letterature Straniere
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