Senza gerarchie Francesco Di Lorenzo da Fuoriregistro, 18.2.2012 Non è una novità che Formigoni, governatore della Lombardia, provi, con insistenza e disinvoltura, a forzare la mano sull'autonomia scolastica. La sua storia viene da lontano. Pensate, lui è lì, alla presidenza della regione Lombardia, da quando ancora non esisteva una legge sull'autonomia scolastica. È presidente dal 1995. È passato dalla DC, al PPI, al CDU, a Forza Italia, ed ora è nel Popolo delle Libertà. Ma questi sono dettagli. Le sue idee sulla scuola sono chiare, da prima che il ministro Berlinguer (dal 1996), consapevole o no, gli desse una mano. Il suo scopo è favorire in tutti i modi le scuole private, creare un sistema di concorrenza (sleale) tra gli istituti scolastici e dare loro, di conseguenza, il potere autonomo di assumere chi si vuole. Ma, attenzione, attraverso le sperimentazioni. Moratti docet, per chi voglia intendere. Che regolarmente si sia scontrato, per modo di dire, con i ministri Berlinguer, De Mauro e Fioroni, e che sia andato più d'accordo con il ministro Moratti e con la Gelmini, è scontato (senza la erre) e non è neanche il caso di ricordarlo. Solo che (i conti tornano) con l'attuale ministro Profumo, che è un tecnico, le cose si mettono in modo diverso. In risposta alle richieste del governatore il ministro ha detto: "Apriamo adesso un tavolo di confronto su questo tema. Stiamo ragionando su una possibile sperimentazione nell'ambito di quella che possiamo definire un'autonomia responsabile delle scuole, troveremo certamente una soluzione che sia per il Paese". Intendeva dire, certamente, una soluzione che sia 'utile' per il Paese. Ma quale Paese? Bisognerebbe capire se siano inclusi nel Paese che pensa il ministro (ma anche Formigoni) gli esclusi, gli emarginati, quelli a rischio di povertà, insomma, se ci siano anche gli altri. Ad esempio, chissà, i precari in attesa? Se no, sarà una scuola, come si teme, tutta linda e profumata, ma solo di una parte, di una ristretta elite che noi imperterriti e stupidi continuiamo, ingiustamente, ad alimentare. In ultimo, la solita notizia in qualche modo curiosa che viene dagli Stati Uniti. In un liceo di Cincinnati, in Ohio, gli studenti che frequentano tutti i giorni la scuola, ricevono una paga settimanale. Si tratta di una 'charter school', cioè di una scuola pubblica, che pur di raggiungere risultati può contare su un'ampia autonomia. Per di più, è situata in un quartiere popolare, dove praticamente la scuola, per i ragazzi, non ha nessuna importanza. Quindi, per un obiettivo anche minimo, tutto è consentito. E sembra, intanto, che la sperimentazione, così è denominata la 'trovata', stia dando dei buoni risultati. Se pensiamo che i ragazzi di un liceo di Torino, appena un anno fa, hanno regalato alla loro scuola, dopo aver fatto una colletta, una scorta di carta igienica, viene in mente la distanza tra i due sistemi scolastici. Senza nessuna graduatoria di merito o qualsivoglia gerarchia, s'intende. |