Scoppiano le assunzioni dirette Profumo apprezza: sperimentiamo. Sindacati subito contro di Alessandra Ricciardi e Mario D'Adamo ItaliaOggi, 14.2.2012 La giunta Formigoni vuole modificare il sistema di reclutamento del personale docente e autorizzare assunzioni dirette da parte delle scuole? La riforma potrebbe non riguardare solo la Lombardia ma essere estesa, sotto forma di sperimentazione, ad altre regioni. Ad aprire al progetto della giunta lombarda, il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo.
Che ieri ha avuto un faccia a faccia al Pirellone con il
governatore, Roberto Formigoni, e con il neo assessore
all'istruzione e alla cultura, Valentina Aprea. «Apriamo adesso un
tavolo di confronto su questo tema, stiamo ragionando su una
possibile sperimentazione nell'ambito di quella che possiamo
definire un'autonomia responsabile delle scuole», ha detto Profumo,
«troveremo certamente una soluzione che sia per il Paese». Parole
che hanno subito scatenato la dura protesta di Cgil e Cisl scuola.
Un'uscita a sorpresa, quella di Profumo, che ha lasciato intendere
come sul fronte del reclutamento nella scuola le uniche novità di
questo governo potrebbero non essere solo un nuovo concorso,
annunciato in verità a inizio mandato da Profumo e di cui poi si è
persa ogni traccia. Anzi, anche i Tfa, i tirocini formativi attivi,
navigherebbero in cattive acque, i provvedimenti sono finiti,
secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sotto la scure della Corte dei
conti e non sono ancora stati ufficializzati. Poi, se dovessero
essere definitivamente riaperte le graduatorie permanenti, non vi
sarebbero tra l'altro più neanche gli spazi per fare un nuovo
reclutamento nazionale, la pressione dei precari già in lista
sarebbe tale da sconsigliarlo: resterebbero a quel punto solo le
assunzioni dirette di Formigoni. Ecco perché la proposta del
Pirellone, al di là del contesto politico lombardo in cui Formigoni
strizza l'occhio alla Lega, può effettivamente prendere quota. Un reclutamento porta a porta, che ogni istituzione scolastica della regione potrà attivare fin dal prossimo anno scolastico 2012/2013 per selezionare «il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale». La proposta prevede un concorso per partecipare al quale non occorrerà superare una batteria di quiz di cultura generale e professionale; i docenti dovranno dichiarare, si suppone per iscritto, che conoscono e condividono il progetto della scuola, per poi sostenere le relative prove previste dal bando di concorso di ciascun istituto scolastico, le cui modalità di espletamento saranno definite con deliberazione della Giunta regionale. Una scrematura di carattere «ideologico», qualcuno si spinge a dire vista l'appartenenza del presidente Formigoni al movimento ecclesiale di Comunione e liberazione.
La disposizione che modifica il sistema di reclutamento è contenuta
nel progetto di legge regionale «per la crescita, lo sviluppo e
l'occupazione», presentato nei giorni scorsi. L'articolo in
questione è il cinque e va a integrare la legge regionale sul
sistema educativo di istruzione e formazione della Lombardia, la n.
19 del 2007.
Esso sembra andare al di là delle previsioni di decentramento a
livello di scuola del sistema dei concorsi contenute nei disegni di
legge, fermi al Parlamento, del senatore Mario Pittoni e altri della
Lega nord e quello del nuovo assessore all'istruzione, la
parlamentare Aprea del Partito delle libertà, in procinto di
dimettersi da presidente della commissione istruzione della camera
(lasciare il posto probabilmente all'ex portavoce del premier, Paolo
Bonaiuti, si veda ItaliaOggi di venerdì scorso). Si sa che la Lega
ha minacciato di staccare la spina al governo regionale, se
Berlusconi non stacca quella del governo nazionale. Una captatio
benevolentiae sul fronte dei docenti da assumere in loco non
potrebbe che giovare alla salute della Giunta Formigoni.
La formulazione, tuttavia, della disposizione regionale non lascia
intendere che la regione vuole intervenire a regolamentare tutti i
concorsi per l'accesso a tutte le cattedre d'insegnamento. Del
resto, la materia è riserva di legislazione nazionale, e la
dichiarazione di illegittimità costituzionale sarebbe sicuramente
dietro l'angolo. La proposta lombarda si propone di regolare solo
l'accesso all'insegnamento di quelle attività che autonomamente la
regione propone, e le scuole accettano, in aggiunta a quelle del
curricolo scolastico ordinario.
Ma anche così, pur trattandosi di poche unità di personale da
assumere, i dubbi di costituzionalità sono forti. Non spetta ai
docenti condividere un progetto educativo deliberato dalla scuola.
Essendo oggetto di delibera collegiale, che lo si condivida o meno,
esso va realizzato nel rispetto della libertà d'insegnamento che
troviamo premessa a tulle le leggi e a tutti i regolamenti nazionali
e regionali in fatto d'istruzione. Il ministero dell'istruzione e la regione avvieranno dalla prossima settimana un tavolo di confronto sul progetto di legge, «perché possa essere esteso a livello sperimentale», ha detto Profumo fuori dalla Lonmbardia. Le parole del ministro confermano le indiscrezioni provenienti da viale Trastevere, secondo le quali il ministero vorrebbe lasciare libertà di assunzione per i progetti aggiuntivi all'attività didattica obbligatoria. «Soddisfazione» da parte di Formigoni: «Il ministro Profumo ha accettato il confronto sui temi che gli abbiamo proposto e anche l'impostazione di arrivare ad un'accordo Stato-Regione per il reclutamento degli insegnati, da estendere anche ad altre regioni». I sindacati, abituati ad essere presenti al tavolo delle trattative quando si tratta di riforme che rivoluzionano il sistema di gestione del personale, ci vanno giù pesanti. Attacca Francesco Scrima, segretario Cisl scuola: «Apprendiamo che il ministro, mentre non riesce a mettere nero su bianco un suo progetto sul reclutamento, si appresterebbe ad appoggiare quello, assai discutibile, di una non meglio precisata chiamata diretta, in nome di un malinteso federalismo che invadendo le competenze dello stato sul reclutamento mina alla radice l'unitarietà del sistema nazionale di istruzione. È un modo di procedere che riteniamo inaccettabile sul piano del merito e del metodo». E rincara la dose Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil: «Noi sappiamo che Profumo è un ministro dello stato italiano e che in questo momento regge le sorti del sistema nazionale d'istruzione del nostro Paese, non che fosse anche un consapevole sperimentatore di modalità di reclutamento del personale docente, incostituzionali e quindi inapplicabili, valevoli per l'esclusiva Lombardia». Insomma, per capire dove si andrà a parare, è necessario attendere gli sviluppi del provvedimento. |