‘Buono scuola’, in Lombardia di A.G. La Tecnica della Scuola, 18.2.2012 Nella formazione dell’Isse verrà tenuto conto anche di eventuali figli minori, degli anziani non autosufficienti, dei disabili a carico e della monogenitorialità. Il “Fattore famiglia” permetterà di far avere ad 8mila studenti in più il contributo regionale per l'iscrizione agli istituti non statali. Il prossimo anno scolastico in Lombardia l’ottenimento del 'buono scuola' non sarà più legato solo al reddito e al patrimonio, ma anche all’eventuale numero di figli minori, di anziani non autosufficienti e di disabili a carico del nucleo famigliare. Ed inciderà anche se la famiglia dovesse essere monogenitoriale. Le novità sono state decise, in via sperimentale, solo per alcuni Comuni ma la Giunta ha deliberato che una prima applicazione riguarda tutto il territorio regionale. I componenti della giunta lombarda hanno spiegato che, il “Fattore famiglia”, così è stato chiamato il progetto (valido anche per accedere ai servizi sociali e sanitari), punta ad allargare la fascia di utenti che usufruiranno del contributo regionale per chi sceglie l'iscrizione in istituti non statali: è stato stimato che i nuovi parametri, introdotti attraverso una nuova tabella di coefficienti, permetteranno di far ridurre l’Isee (Indicatore Socio Economico Equivalente) utile all’accesso ail buono scuola a ben 8mila famiglie. Con il risultato che il numero dei beneficiari passerà da 52mila a 60mila. Per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, la novità "confermano e esaltano l'attenzione che la Regione Lombardia dà alla famiglia e alle sue specificità, spingendoci a dare a ciascuno la sua risposta. La famiglia rimane l'elemento fondamentale anche per superare la crisi economica". L'assessore regionale alla famiglia, Giulio Boscagli, ha detto che la sperimentazione del Fattore Famiglia costerà 1,5 milioni di euro. "In questo periodo particolare - ha sottolineato - chiediamo qualcosa di più a chi ha un reddito più alto e meno a chi fa fatica". Ad apprezzare la scelta del progetto sono state soprattutto le associazioni delle scuole cattoliche e non statali: alcuni di loro, attraverso un documento congiunto, hanno detto di apprezzare e condividere “la nuova modalità introdotta del ‘fattore famiglia’” perchè “tiene conto e valorizza la composizione e la situazione del nucleo familiare di appartenenza”. Le associazioni, inoltre, dopo aver inviato un “augurio di buon lavoro e un incoraggiamento anche al nuovo assessore, Valentina Aprea, affinché prosegua in questo solco”, hanno detto di apprezzare il fatto “che nell’integrazione al reddito per le scuole paritarie sia stata prevista l’introduzione di 4 fasce rispetto all’attuale fascia unica”. Una soluzione, questa, che secondo le organizzazioni in difesa delle scuole cattoliche e non statali garantirebbe “un ulteriore e più equo sussidio alle famiglie meno abbienti”. |