Talpe al ministero, i quiz Un business da migliaia di euro per alcuni gestori di siti Flavia Amabile La Stampa, 3.12.2012
ROMA La prova selettiva del concorso scuola 2012 si terrà il 17 e il 18 dicembre. Mancano, insomma, ancora poco più di due settimane alla prova, per i candidati è il momento di esercitarsi. La prima prova – quella che darà accesso alle prove scritte – sarà unica per tutta Italia e automatizzata. Il ministero ha messo in rete nella sezione «La scuola in chiaro» del sito del Miur un «simulatore quiz», un generatore automatico e casuale di domande estratte dalla sua banca dati. Per il ministro si trattava di uno strumento per i candidati, per capire dove o come migliorare le proprie conoscenze, anche perché in questa prima selezione saranno valutate le capacità logiche, la comprensione del testo, le competenze digitali, la conoscenza delle lingue comunitarie (una a scelta del candidato). Il tutto in modo gratuito in modo da dare a tutti le stesse possibilità di prepararsi senza favorire chi aveva maggiori possibilità finanziarie. Fin qui tutto bene. Il ministero però ha scelto di non dare le risposte alla batteria di 3.500 quesiti all’interno della quale saranno scelte le domande proposte durante la prova effettiva. Era un modo per non alimentare in alcun modo il vecchio metodo di studio, tutto basato sulla memoria. In questo tipo di test è la logica che conta, quindi esercitarsi serve per allenarsi a risolvere alcuni tipi di esercizi e problemi, spiegano al Miur. Il ministro aveva anche rifiutato categoricamente ogni richiesta dell’amministrazione di fornire il pdf con domande e risposte per non prestare il fianco ad alcuna possibilità di truffe. Non aveva fatto i conti con i 321mila aspiranti docenti disposti a tutto pur di venirne in possesso. E con la possibilità di costruirci su un piccolo business da parte di alcuni gestori di siti Internet. In poche ore è sorto un giro di siti dove è possibile scaricare dei software in grado di fornire in modo diretto e immediato domande e risposte. Basta pagare dai 5 ai 25 euro per un guadagno totale di centinaia di migliaia di euro. Nemmeno la parziale marcia indietro del Miur che ha modificato il simulatore, ha stroncato il fenomeno perché comunque la procedura del ministero in caso di risposta errata non permette di capire qual è quella esatta e comunque costringe a ripetere l’intero meccanismo invece di procedere in modo spedito come accade con il software a pagamento. Si tratta di una fuga di notizie, è piuttosto difficile che qualcuno abbia trovato le risposte a 3500 domande e creato in poche ore il software. È molto più probabile che qualcuno dall’interno del Ministero, come denuncia il sito Tecniche della scuola, abbia trovato un modo per far trapelare comunque le risposte che il ministro sperava di aver blindato. Al Miur si è tentato anche di far intervenire la Polizia Postale per bloccare i siti pirata ma ad una verifica è risultato che solo il 97% del materiale era identico, non c’erano quindi gli estremi per procedere. |