Scuola, caos supplenze in migliaia di classi Graduatorie errate non si sa quali docenti hanno diritto al posto di Pietro Piovani Il Messaggero, 21.12.2012 ROMA - Succede tutti gli anni in migliaia e migliaia di classi delle primarie, delle medie, delle superiori: a dicembre, nel pieno dell’anno scolastico, l’insegnante saluta e se ne va, perché il suo posto spetta a un altro o a un’altra. È una vecchia disfunzione della scuola italiana, una delle tante, ma quest’anno sta andando ancora peggio del solito. Perché i nuovi docenti, quelli che devono subentrare a quelli nominati provvisoriamente a inizio anno, corrono il rischio di essere a loro volta sostituiti da altri docenti.
Tutto dipende dalla storica confusione con cui vengono gestite le
cosiddette «graduatorie d’istituto», cioè quelle graduatorie - per
così dire - di secondo grado a cui le scuole devono attingere per
coprire le supplenze perché non hanno trovato nessuno nelle
graduatorie principali (quelle cosiddette «a esaurimento»). Il
disordine nasce dal fatto che i posti si assegnano all’inizio
dell’anno scolastico, cioè a settembre, ma le graduatorie d’istituto
non vengono mai definite prima di novembre, e qualche volta slittano
addirittura a dicembre. Il perché di questo ritardo è un mistero,
sta di fatto che a ogni inizio d’anno le scuole sono costrette ad
assegnare l’incarico in via provvisoria in base alle vecchie
graduatorie non aggiornate, facendo firmare all’insegnante un
contratto di supplenza con la formula: «fino all’avente diritto»,
ovvero fino a quando si conosceranno le nuove graduatorie e si
scoprirà che un altro docente aveva più diritto a occupare quel
posto.
Quest’anno la pubblicazione delle graduatorie aggiornate è arrivata il
12 dicembre. Ma la cosa più paradossale è avvenuta due giorni dopo:
una circolare del ministero dell’Istruzione ha comunicato a tutti
gli istituti italiani che quelle graduatorie appena diffuse online
erano sbagliate. E «non essendoci i tempi tecnici per ripristinare
le preesistenti graduatorie in via informatica», l’amministrazione
invita i dirigenti scolastici «ad effettuare il depennamento dei
nominativi dei docenti erroneamente inclusi, ripubblicando, se
necessario, le graduatorie interessate dal fenomeno». Insomma, i
presidi devono correggere da soli l’errore commesso dal ministero,
ricalcolarsi le graduatorie e decidere chi ha diritto al posto
conteso. Alcuni lo stanno facendo, altri non vogliono prendersi la
responsabilità e sono paralizzati. Insomma è un caos.
Le supplenze assegnate annualmente attraverso le graduatorie
d’istituto sono circa 50 mila. Anche sottraendo da questa cifra gli
incarichi di pochi giorni, restano comunque molte decine di migliaia
di insegnanti che vengono selezionati ogni anno attraverso questa
farraginosa procedura. Significa che in decine di migliaia di classi
ci sono docenti che arrivano a settembre sapendo che prima di Natale
dovranno lasciare il posto a un collega. Talvolta la sostituzione
avviene ancora più tardi, a gennaio o febbraio, per cui l’insegnante
appena nominato si trova a dover compilare le schede di fine
quadrimestre su studenti che neanche conosce. Molti di questi
supplenti, nel corso dell’anno, vengono chiamati da un’altra scuola
che magari si trova più vicina a casa, accettano la proposta e così
bisogna trovare ancora un altro supplente. Non è infrequente il caso
di posti che vengono occupati in successione da tre o quattro
diversi insegnanti. Per le segreterie delle scuole è un incubo di
incombenze amministrative. Ma a rimetterci sono innanzitutto gli
studenti che assistono al viavai di maestre e professori, alla
faccia del principio della continuità didattica. Le classi più
penalizzate sono quelle in cui ci sono alunni disabili, perché gli
insegnanti di sostegno più di tutti sono soggetti a questo carosello
di incarichi. Il fenomeno è diffuso soprattutto nelle grandi città,
dove la percentuale di docenti precari è più alta. La Cgil protesta: «Si scarica ancora una volta sulle scuole l'inaccettabile ritardo d'intervento su di una situazione già nota da tempo e da noi denunciata», si legge in una nota. Per Maria Domenica Di Patre, vice coordinatrice della sigla autonoma Gilda, «quasi a metà anno scolastico ci sono docenti che rischiano di perdere il posto. Non c’è alcun rispetto per studenti e famiglie. È vergognoso». |