Sistema di istruzione

Pasquale Almirante, La Sicilia 9.1.2.2012

Un'altra indagine, che ha esaminato lo stato dei sistemi di istruzione in 50 Paesi del mondo, mette l'Italia al 24° posto per risultati cognitivi e al 27° per gli esiti formativi, praticamente sul fondoscala. La ricerca ha considerato l'istruzione nei 50 Stati sotto diversi aspetti: investimenti, reclutamento e stipendi ai docenti, rapporto prof-alunni, anni complessivi di formazione, peso culturale, numero di laureati. E se l'Italia precipita in basso, al primo posto c'è la Finlandia e poi la Corea del sud, due Nazioni lontane geograficamente ma vicine nella formazione dei loro alunni che sono i migliori del mondo: come può essere? Intanto in Corea, dove le classi sono affollate e il docente guadagna il doppio del salario medio, i metodi educativi sono molto aspri, mentre la didattica predilige lo studio a memoria e la verifica con test; i finlandesi puntano sulla comprensione e la creatività, le classi sono nella media, ma i docenti lavorano non più di 4 ore al giorno con uno stipendio simile agli altri laureati. In entrambi i sistemi c'è un alto numero di laureati e lo Stato impegna il 12% del Pil in Finlandia e il 15% in Corea del Sud, a differenza dell'Italia che impiega appena il 4%.

Nel rapporto inoltre si dice che, oltre ai cospicui fondi, alla scuola è dedicato un profondo impegno morale e sociopolitico, nella convinzione che l'istruzione sia un dovere verso la società e se stessi, per cui alla figura del docente «entrambi i sistemi attribuiscono grande importanza, investendo molto nella fase di reclutamento e di addestramento», chiedendo ai prof competenze di alto livello. Infatti il reclutamento in Finlandia avviene fra i migliori laureati e solo fra chi ha un master, per cui, quando raggiungono la cattedra, il loro status sociale diventa elevato. Non sarebbero tuttavia i metodi a consentire risultati così lusinghieri, «la variabile più importante è la qualità dell'insegnamento, unita a un'azione di rinforzo dei traguardi educativi anche al di fuori della scuola», con riferimento «alla cultura imperante di un Paese», come il nostro, che glorifica celebrità analfabete e che si vantano pure di esserlo.

Il consiglio degli esperti? «Una scuola con standard elevati, piani di studio solidi, insegnanti competenti e un'atmosfera culturale positiva». E delle nostre riforme "epocali" e dei concorsi con l'arrembaggio alle graduatorie? Non se ne parla.