Addio alla vecchia indennità di disoccupazione

 La Tecnica della Scuola, 19.12.2012

Dal 1° gennaio 2013 arrivano l’ASpI e la Mini Aspi. Previsto anche un regime transitorio con la Mini Aspi 2012

Dal prossimo 1° di gennaio l’Inps non erogherà più le indennità di disoccupazione ordinaria con requisiti normali e con requisiti ridotti, che saranno sostituite, rispettivamente, dalla ASpI (Assicurazione Sociale per l’Impiego) e dalla Mini ASpI.

I due nuovi trattamenti di sostegno al reddito sono stati introdotti dalla legge 28 giugno 2012, n. 92 di riforma del mercato del lavoro e sono stati recentemente illustrati dall’Inps con le circolari n. 140 del 14/12/2012 e n. 142 del 18/12/2012 e con messaggio n. 20774 del 17/12/2012.

Con particolare riferimento alla Mini ASpI, sarà previsto un regime transitorio – definito Mini ASpI 2012 – che consentirà di percepire l’indennità anche da parte di coloro che hanno maturato nel 2012 i requisiti per la “vecchia” indennità di disoccupazione con requisiti ridotti.

Indipendentemente dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, la domanda per il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione mini-ASpI 2012, riferita a periodi di disoccupazione intercorsi appunto nel 2012, dovrà essere presentata per via telematica tra il 1° gennaio e il 2 aprile 2013 (31 marzo e 1 aprile sono giorni festivi).

La prestazione sarà riconosciuta qualora risultino accertate per l’anno 2012 le condizioni richieste per la prestazione di disoccupazione ordinaria con requisiti ridotti (anzianità assicurativa di due anni, almeno 78 giornate di lavoro individuate, come di consueto, con riferimento alla durata contrattuale) e indipendentemente dallo stato di inoccupazione del lavoratore richiedente.

Il calcolo avverrà però nella misura prevista per la mini-ASpI (75% della retribuzione di riferimento come regolata dall’articolo 2, comma 6 e comma 7, della legge di riforma) e per una durata pari alla metà delle settimane lavorate nell’ultimo anno (2012), nel limite di quelle disponibili, avendo detratto dal massimale di 52 le settimane lavorate e le settimane non indennizzabili.

Per evitare la sovrapposizione di liquidazioni di prestazioni aventi uguale natura ma differente disciplina, la liquidazione della prestazione in argomento avverrà in un’unica soluzione e non mensilmente.

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Viene inoltre sottolineato come "la citazione di specifici programmi discrimina gli utenti che normalmente usano altri programmi o altri sistemi operativi, fra questi gli utenti di software libero. Peraltro, quando i software citati sono proprietari, ovvero non liberi, si ottiene l'effetto di pubblicizzare de facto, attraverso il test, questi software". Infatti, viene esplicitato: “106 fanno riferimento a dettagli relativi solo ai sistemi operativi Windows" che "sono di tipo proprietario e sottoposti a specifico acquisto di licenza d'uso e quindi non dovrebbero essere acquisiti dalla Pubblica Amministrazione se non in casi eccezionali", mentre prodotti come fogli Excel, usati per rendere nota la percentuale degli ammessi alla prova scritta, sono apribili solo ai "possessori" di un prodotto Microsoft Office.

Da qui dunque sarebbe partita la diffida al Miur per ottenere "la cancellazione immediatamente da esso tutte le domande che hanno risposte errate e/o contengono riferimenti a software e/o a formati proprietari specifici" e "la copia, ai sensi dell'art 22 e seguenti, L. 241-90, dell'elenco completo delle domande e risposte di cui sopra e degli atti tutti relativi ai procedimenti amministrativi che hanno portato all'elaborazione delle suddette domande e risposte".

L'Associazione per il Software Libero avrebbe pure chiesto un accesso agli atti e una istanza d'intervento nel procedimento per chiedere "ai sensi dell'art. 9 della legge n. 241/1990, di intervenire nel procedimento de quo e di interloquire in relazione alle future fasi di quesito", poiché ritengono che "i procedimenti amministrativi che hanno portato all'elaborazione delle suddette domande discriminano gli utenti di software libero e recano pregiudizio agli interessi che le stesse Associazioni rappresentano" e si dicono "consapevoli che la realizzazione del concorso con domande così viziate aprirà inevitabilmente alla possibilità che, a valle del concorso, ne venga domandato l'annullamento".

l’altra diffida arriva dal Codacons che chiede al Miur di retribuire i docenti precari che si sono assentati da scuola per sostenere la prova preselettiva del concorso docenti. La diffida è stata presentata affinché il Miur paghi, entro 30 giorni, il "legittimo pagamento" dell'assenza dal posto di lavoro in base all'articolo 13 del Ccnl. del 16 maggio 2001 sui "permessi retribuiti per motivi di studio".