Anagrafe professionalità docenti: di Anna Maria Bellesia La Tecnica della Scuola, 20.4.2012 C’è tempo fino al 30 aprile per aggiornare la scheda dell’Anagrafe professionalità docenti. I dati raccolti dal Ministero, se resi pubblici, potrebbero servire a valorizzare il proprio capitale umano. Sul sito del Miur dal 5 al 30 aprile tutti i docenti a tempo indeterminato hanno la possibilità di aggiornare la propria scheda dell’Anagrafe professionale. La procedura da seguire è quella prevista dal sistema Polis (Presentazione On Line delle IStanze), accompagnata da una guida e da una serie di faq. L’Anagrafe è stata costituita un anno fa nell’ambito del Sidi (Sistema informativo dell’istruzione). Allora, l’obiettivo immediato era di disporre di un quadro completo ed aggiornato sui titoli di accesso al ruolo e sulle certificazioni informatiche e linguistiche riconosciute a livello europeo. Si stava lavorando al Regolamento per la revisione e l’accorpamento delle classi di abilitazione e di concorso, previsto dal D.L. n. 112/2008, e dal successivo Piano programmatico predisposto dalla Gelmini. Quest’anno, il Ministero, con la nota prot. n. 1624 del 4/4/2012, ha consentito l’inserimento da parte dei singoli docenti di dati professionali aggiuntivi: altri titoli di studio e altre abilitazioni, dottorati, master, corsi di specializzazione e di perfezionamento; incarichi presso istituzioni scolastiche, università, amministrazione centrale o periferica; mobilità all’estero ; iscrizione ad albi professionali. Un’apposita sezione riguarda anche l’“attività strutturata di formazione” per un minimo di 10 ore negli ultimi 18 mesi, e le pubblicazioni in ambito didattico, pedagogico, scientifico, disciplinare. Se al 18 aprile le istanze inoltrate sono già 50mila, è facile prevedere che tutte le informazioni raccolte indicheranno un corpo docente variegato e ricco di esperienze culturali, formative e professionali. Una domanda però sorge spontanea: cosa se ne farà il Ministero di questa mole di dati? A niente se resteranno “nascosti” all’interno del Sidi. Sarebbe invece una “operazione trasparenza” interessante se i curricula dei docenti potessero essere resi accessibili come avviene per i dirigenti. Negli ultimi anni gli insegnanti, come i dipendenti statali in genere, sono stati oggetto di campagne mediatiche di discredito: sono troppi, fannulloni, lavorano poco e fanno lunghe “vacanze gratis”. Ebbene si potrebbe scoprire che si aggiornano, studiano, si impegnano in una infinità di compiti al servizio della scuola. Il Ministero potrebbe gestire utilmente i dati raccolti per valorizzare il proprio capitale umano, sia in termini di immagine, sia allo scopo di una eventuale futura definizione di progressione di “carriera”. |