Pensioni, il 15% rinuncia di A.G. La Tecnica della Scuola, 24.4.2012 Il dato emerge delle domande inviate al portale “istanze on line”: dal 1° settembre se ne andranno in 27.751, ma potevano farlo in 32.297. In Umbria ha chiesto di rimanere un dipendente su tre, nel Lazio ed in Emilia Romagna uno su quattro. Al nord, invece, prevale la voglia di lasciare: superate le aspettative in Piemonte, Veneto, Friuli e Lombardia. Si concretizzerà in Campania la più alta concentrazione di pensionamenti dei dipendenti della scuola in vista del nuovo anno scolastico. Mentre Umbria, Lazio ed Emilia Romagna sono le regioni dove è stato richiesto maggiormente di rimanere in servizio, malgrado avesse raggiunto i requisiti per andarsene, a cospetto comunque di una media nazionale di un 15% sicuramente superiore alle aspettative (anche alla luce delle forti pressioni che continuano a fare i quasi 4mila penalizzati dall’avvio della riforma Monti-Fornero). Più domande di quelle attese, invece, in Lombardia Le indicazioni giungono dal portale telematico ministeriale ‘istanze on line’, cui gli aspiranti pensionati hanno inoltrato la loro domanda. Il ministero dell’Istruzione aveva calcolato che erano 32.297 i lavoratori della scuola con i requisiti utili a lasciare il servizio: ma il numero effettivo di domande si è fermato a 27.751 (il 14% in meno): la maggior parte delle richieste, 21.112, sono state inviate telematicamente da insegnanti; in prevalenza della Campania, con 3.245 domande, dal Lazio (2.366), dalla Sicilia (2.624), dalla Puglia (2.155), dalla Lombardia (1.934) e dalla Calabria (1.707). Poi ci sono 5.336 Ata (più di tutti in Campania, con 904 amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici e Dsga), 35 unità di personale educativo, 207 docenti di religione e 1.061 dirigenti scolastici (prevalgono Campania e Sicilia, dove se ne andranno rispettivamente 138 e 137 capi d’istituto). A rinunciare alla pensione sono stati praticamente un dipendente umbro su tre (il 35,74%), ma anche tre su quattro (circa il 25%) nel Lazio ed in Emilia Romagna. Diversi gli slittamenti anche in Calabria, dove ha rinunciato circa il 22%. È al Nord, di contro, che si è riscontrata la maggiore propensione a lasciare: in Piemonte le domande effettive hanno superato le attese di quasi il 22%, in Veneto del 18%, in Friuli del 9% e in Lombardia del 5%. |