Lo studio
Le private? Sono dieci anni indietro I risultati del primo monitoraggio voluto dalla Gelmini e pubblicati dal sito del Ministero dell'Istruzione. Enorme la differenza nella presenza e nell'uso di strumenti multimediali Salvo Intravaia la Repubblica, 3.4.2012 Scuole paritarie indietro di 10 anni rispetto alle statali per tecnologie multimediali. E non solo. Il luogo comune che vuole gli alunni delle scuole private italiane con più opportunità rispetto ai compagni delle scuole pubbliche viene clamorosamente smentito dal primo monitoraggio sullo stato della riforma Gelmini nel primo ciclo, pubblicato ieri dal ministero dell'Istruzione. Il quadro che emerge dal report di viale Trastevere sulle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado ci consegna scuole paritarie con pochi laboratori, in cui le Lim (le lavagne interattive multimediali) sono una vera rarità e i collegamenti ad internet non abbondano di certo, in cui anche la didattica appare piuttosto "antiquata". Scorrendo le tabelle allegate alla nota del 2 aprile si scopre che la quasi totalità (il 99,3 per cento) delle scuole statali italiane è dotata di laboratori tecnologici/multimediali, dove è possibile fare esperimenti o simulazioni e svolgere esercitazioni in lingua straniera. Ma non appena si varca il portone di una scuola paritaria la percentuale crolla al 48,6 per cento: meno della metà. I bambini della scuola materna ed elementare, così come i ragazzi delle medie paritarie, dovranno accontentarsi dei computer che troveranno a casa al ritorno da scuola per esercitarsi. Anche a livello di dotazioni i laboratori delle scuole di stato sembrano parecchio più attrezzati di quelli delle concorrenti scuole private, dove il collegamento ad internet con linea Adsl è presente soltanto nel 78 delle strutture, contro il 90 per cento delle statali. E le Lim, con le quali è possibile svecchiare la lezione rendendola più interessante e coinvolgente? Quasi l'82 per cento delle scuole di statali ne possiede una o più di una, ma nelle scuole private questa tecnologia deve ancora arrivare, visto che è presente in meno (il 18,7 per cento) di una scuola su 5. Ma non solo. Gli strumenti tecnologici considerati oggi necessari per rilanciare la didattica sono spesso collocati direttamente in classe nelle statali (in 3 casi su 4), mentre nelle private predomina ancora la classica collocazione "in laboratorio", quando c'è. Possono fruire infatti di computer e Lim in aula soltanto i ragazzi di una classe su 4 delle paritarie. Una logistica che ovviamente si riflette sulla didattica. I docenti delle statali che usano "abbastanza" o "molto" le tecnologie più moderne per "presentare gli argomenti" della lezione agli alunni sono ormai la maggior parte: il 75 per cento. E nelle paritarie? Non più del 55 per cento. Anche gli alunni delle paritarie si cimentano piuttosto poco con le tecnologie a scuola. Le utilizzano "abbastanza" o "molto" "per presentare argomenti" soltanto in 23 su cento. Nelle statali si sfiora il 50 per cento. Anche nell'attività di "ricerca delle informazioni" per studiare e ampliare il bagaglio delle conoscenze la differenza tra scuola pubblica e privata è enorme: in 88 casi su cento nelle statali e nel 31 per cento nelle paritarie. E chi volesse acquisire informazioni dettagliate sul mondo delle paritarie, nella maggior parte dei casi, resterà deluso. Meno della metà delle scuole private del primo ciclo è infatti dotata di un proprio sito internet. Pratica che nelle scuole pubbliche ha già raggiunto tre quarti delle istituzioni scolastiche. |