No dei precari storici al patto generazionale
chiesto da Profumo: è una vita che siamo in coda!
di A.G. La
Tecnica della Scuola, 6.4.2012
Il presidente dei Cip, Elena La Gioia: non è colpa nostra se nel
frattempo ci siamo invecchiati. Intanto il ‘Comitato tutela precari
legge 296’ chiede lumi sulle assunzioni “congelate” in estate: serve
un documento legale, anche per evitare altri contenziosi. L’Anief
invece chiede immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti.
Era
inevitabile: le dichiarazioni
rilasciate alcuni giorni fa dal
ministro dell’Istruzione,
Francesco Profumo, a proposito
della possibilità di assumere in
estate 10mila precari (pari a
meno della metà del turn over,
visto che i pensionamenti
saranno pari ad oltre 27mila
dipendenti!) e soprattutto di
creare “un
patto tra generazioni”
perchè “i giovani non possono
andare sempre in coda”, hanno
provocato la reazione piccata
dei precari storici. Stiamo
parlando di decine di migliaia
di supplenti, quasi sempre
pluriabilitati e con una lunga
serie di titoli (master,
perfezionamenti, aggiornamenti
professionali, responsabili di
progetti e via dicendo)
accumulati nel tempo per
migliorarsi e non rimanere
indietro in graduatoria.
A farsi
portavoce della contrarietà
all’idea del ministro, che si
dovrebbe anche tradurre
attraverso un mini concorso
riservato all’accesso nelle
graduatorie esaurite, è stata
Elena La Gioia, da qualche mese
presidente dell’ormai storico
Cip, il ‘Comitato insegnanti
precari’: “noi docenti precari
‘storici’ – ha detto La Gioia -
è tutta la carriera che stiamo
in coda, e se durante questa
nostra lunga attesa siamo
invecchiati non è colpa nostra,
eravamo anche noi giovani quando
abbiamo cominciato a insegnare
nelle scuole”. Ne consegue che
“il patto tra generazioni
proposto dal ministro in realtà
si tradurrà in un conflitto di
interessi, perchè molti di noi
hanno già figli giovani, anche
laureati in attesa di
occupazione”.
Secondo la
rappresentate dei Cip, anche lei
precaria di lunga data, siamo di
fronte ad “un paradosso tutto
italiano, che ancora una volta
si tenta di risolvere con
provvedimenti tampone o con
dichiarazioni di intenti che
tali resteranno: in realtà –
teme La Gioia - i concorsi per
favorire l'ingresso dei giovani
nel mondo della scuola
prospettati dal Ministro
vedranno pochi posti e
tantissimi concorrenti che come
da requisito per partecipare
dovranno essere già abilitati
quindi esperti, e che i giovani
appena abilitati dovranno
tentare di scavalcare” Il
rischio è cha si innescherà
“l’ennesima guerra tra poveri”.
Altro che patto generazionale,
la prospettiva è l’idea del
ministro Profumo condurrà verso
una “lotta tra generazioni”.
Intanto,
alcuni giorni fa, il 2 aprile,
una rappresentanza del ‘Comitato
tutela docenti precari legge
296’ ha incontrato alcuni
funzionari del Miur per fare
chiarezza sull’esito di una
parte dei posti “congelati” in
occasione dell’ultima tornata di
assunzione, in attesa del
giudizio definitivo dei giudici
sulla questione “pettine-code”:
si tratta di migliaia di posti
“che hanno visto – spiega una
nota del Comitato - un cambio di
rotta da parte dell’Anief, la
quale non si sta limitando a
richiedere il ruolo per i
ricorrenti allora individuati
dal Commissario ad Acta, ma ha
inondato di circa 10.600 ricorsi
i giudici del lavoro di diverse
province mettendo sotto ricatto
i 30.000 ruoli dati dalle
graduatorie ad esaurimento a
partire dall’agosto 2009 ed
ipotecando i risicati numeri dei
prossimi”.
Come
portavoce del disagio dei
diretti contro-interessati, i
precari hanno chiesto che in
tempi brevi il Miur realizzi un
“documento legale da inviare ai
soggetti interessati. In questi
tempi di forte recessione
economica il Ministero –
sottolineano dal ‘Comitato
tutela docenti precari legge
296’ - non può continuare ad
essere soccombente laddove
potrebbe invece vincere e
dirottare i risparmi ottenuti
proprio sulle assunzioni di
nuovi insegnanti mettendo fine
ad innumerevoli e poco
plausibili contenziosi che
paiono sempre più l’unica forma
di diritto scolastico”.
Sulla
questione assunzioni è
intervenuta però anche la stessa
Anief, che attraverso il suo
presidente, Marcello Pacifico,
ha chiesto che il ministro
Profumorispetti “le regole che
l’Europa impone in merito alla
lotta contro la precarietà e
l’abuso dei contratti a termine.
Sempre rispettando anche chi da
diversi anni, anche più di 20
resi alle dipendenze della
scuola pubblica, aspetta un
posto che è suo di diritto”.
Senza entrare nel merito della
diatriba, Pacifico ha inoltre
chiesto “di stabilizzare da
subito i 50.000 precari della
scuola, tra docenti e personale
Ata, che quest’anno sono stati
assegnati su posti vacanti e
disponibili. Supplenti che poi
sono stati costretti a perdersi
tra veti, desideri e ricatti di
chi vuole approfittare
dell’ennesima procedura
concorsuale per assicurarsi un
voto o una tessera”.
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