Pasqua? Niente compiti Pausa più breve, ma senza compiti l'opzione migliore. La Stampa, 5.4.2012 Basta compiti delle vacanze. Lo dice Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto presso l'Università di Milano-Bicocca, dando ragione a quanti, genitori ed alunni, dichiarano il loro dissenso verso gli esercizi da fare a casa durante le vacanze di Pasqua. «Sarebbero da vietare: non si recuperano certo i troppi giorni di pausa pasquale propinando i compiti a casa. Meglio sarebbe ridurre la vacanza a tre giorni, lasciando bambini e ragazzi liberi di scoprire o ritrovare le tradizioni e i riti familiari». Da sempre contro questa pratica, Farnetani aggiunge: «Se, infatti, dal punto di vista della cronobiologia sappiamo che dalle 15.00 alle 17.00 prevale la memoria a lungo termine, e sarebbe perciò questa l'ora giusta per svolgere i compiti a casa, farlo durante le vacanze non consente di recuperare le ore di lezione perse. Inoltre, in questi giorni speciali i compiti si fanno un po' nei ritagli di tempo tra un impegno e l'altro: prima di pranzo, dopo una gita, o la visita a casa di amici e parenti. Insomma, manca la regolarità e i compiti diventano solo un obbligo che non compensa l'interruzione, troppo lunga, del ritmo dell'apprendimento, togliendo serenità a grandi e piccoli». Ben più positivo è il parere del pediatra rispetto ai dolci tradizionali, come l'uovo di cioccolato. «Sì all'uovo di Pasqua, dai due anni in poi: contribuisce a costruire tradizioni e radici, importantissime per i bambini. Il pericolo di ingrassare è limitato, anche perché dopo un po' il cioccolato "stucca", come dicono i bimbi. Insomma, anche volendo è difficile mangiarne troppo. Meglio gustarlo lontano dai pasti principali: a merenda, come spuntino pomeridiano, o a colazione. E dopo ricordarsi di lavare bene i denti». Via libera ai dolcetti, dunque, ed alle grigliate fuori porta, purché senza ingombranti calcolatrici, squadre e dizionari, di italiano o latino che siano. |