i volti dell'immigrazione

Il boom è finito, a scuola arrivano meno stranieri

Cresce il numero degli alunni nati qui

Maria Teresa Martinengo La Stampa, 16.4.2012

torino

Era appena due anni fa, quando il governo Berlusconi emanò l’atto di indirizzo che indicava il tetto del 30% di alunni stranieri per classe. Molti si chiesero di quali alunni si stesse parlando, dal momento che le scuole erano sempre più affollate di studenti dai cognomi esotici, ma luogo di nascita assolutamente nostrano.

Una rilevazione condotta nelle scuole del Piemonte da Anna Massa, funzionaria dell’Ufficio Scolastico Regionale che si occupa di statistica, ora conferma la tendenza. Il boom di arrivi dall’estero è finito, in Piemonte la crescita tra 2009/2010 e 2010/2011 è stata del 5,5% (3.529 iscritti in più), in linea con il 5,4% italiano, e l’incremento ha riguardato soprattutto la scuola dell’infanzia (+7,1%) e le superiori (8,5%). Altri tempi (e altri grattacapi per gli insegnanti) quelli in cui - tra 2003/2004 e 2004/2005, per esempio - l’incremento annuale era del 22%. Da allora ad oggi siamo passati da 29.546 a 68.045 iscritti di origine non italiana, ma gli «stranieri» reali sono sempre meno numerosi.

Negli ultimi quattro anni i dati riescono a distinguere gli scolari di origine non italiana nati in Italia e quelli arrivati dall’estero dopo un periodo di scolarizzazione: lo studio evidenzia che mentre di anno in anno aumenta il numero dei nati qui (19.137 nel 2007/2008, 29.960 nel 2010/2011), diminuiscono i neo-arrivati (da 3538 a 1847 in un anno). I tre quarti dei bimbi della materna sono ormai nati in Italia.

In media, gli studenti «stranieri» rappresentano circa il 12% del totale della popolazione scolastica. Considerando la loro frequenza nei diversi ordini di scuola, la loro incidenza varia dal 13,1% nella scuola dell’infanzia all’8,7% delle superiori. Rispetto al totale degli alunni di cittadinanza non italiana, poi, i nati in Italia sono l’80,5% nella scuola dell’infanzia, il 55,9% nella primaria, il 22,6% nella media e il 7,7% nella secondaria superiore. Il 35% dei 68.045 alunni stranieri frequenta la scuola primaria, il resto si distribuisce in modo equo nei rimanenti ordini. A Torino, le elementari «record» sono la scuola di via Fiochetto (87,1%), la De Amicis (76,4%), entrambe appartenenti all’istituto comprensivo di corso Regio Parco, seguite da Parini (76,4%), Gabelli (63%) e Pestalozzi (62%). Alle medie, resta imbattuta la Croce-Morelli (67,2%), seguita dalla Manzoni di San Salvario (51,5%).

Alle superiori, dei 14.156 iscritti di origine non italiana, la maggioranza si concentra negli nei corsi professionali e tecnici: qui troviamo circa il 78% di tutti i ragazzi asiatici, africani, sudamericani. E in fatto di provenienze geografiche, le più presenti sono Romania e Marocco (18%), Albania (12%), Moldavia (10%), Cina (8%), Tunisia ed Ecuador (7%). In Piemonte, Asti ed Alessandria hanno la percentuale più alta di studenti di origine straniera sul totale della popolazione (16,1% e 15%). Torino è all’11%.

Su 4.012 sedi scolastiche nella regione, l’88% rileva tra gli iscritti alunni con cittadinanza non italiana. In particolare, 784 scuole, quasi il 20% del totale, rileva una percentuale compresa tra il 15% e il 30%. E 224 scuole, il 6%, una percentuale superiore al 30%.

Per il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Francesco De Sanctis, «anni di studio, lavorando gomito a gomito con compagni e docenti italiani, fanno automaticamente maturare nelle coscienze degli alunni con cittadinanza non italiana che le frequentano, un sentimento forte di appartenenza e di vicinanza ai migliori valori della nostra democrazia e dell’uguaglianza sociale. Non prendere atto di questo, vorrebbe dire rimanere alcuni passi indietro».