il caso

Corte dei Conti: dubbi sui premi per la ricerca

L'ultima relazione della magistratura contabile sui fondi per la ricerca

Flavia Amabile La Stampa, 26.4.2012

Italia bocciata per la sua gestione dei fondi per la ricerca, bocciata la riforma Gelmini che avrebbe dovuto snellire le procdure e non ha risolto finora nulla: la Corte dei Conti nella sua ultima relazione sull'argomento non risparmia le critiche. E sottolinea un problema di non poco conto: ome vengono assegnati i premi se l'Anvur ancora non è operativo?

L'Agenzia per la valutazione dell'università e della ricerca è stata istituita nel 2006 - ricostruiscono i magistrati contabili - ma l'iter procedurale si è concluso solo nel 2010, dopo quattro anni. L'Agenzia non è ancora operativa però. Un problema abbastanza rilevante, ricorda la relazione. La legge di riforma dell'università ha previsto che una parte dei fondi vada assegnata sotto forma di premio sulla base della valutazione dell'Anvur e di un decreto "avente natura non regolamentare" da parte del ministro dell'Istruzione che definisce criteri e motivazioni del decreto. Ma - avverte la Corte dei Conti - "allo stato attuale il decreto non risulta ancora emanato, pur se l'assegnazione delle quote è già avvenuta". E l'Anvur non è operativo quindi a decidere i premi è stato il Civr, il Comitato che lo sostituisce, ma seguendo criteri diversi.

Sarebbe esilarante, se non si trattasse invece di una questione molto seria, leggere il capitolo della relazione dedicato ai ritardi nella suddivisione dei fondi. Il termine tecnico è 'riparto', ed è il frutto di una complessa procedura in cui l'unica certezza è il termine assegnato alle commissioni parlamentari per fornire un parere: trenta giorni. Termine sempre rispettato, spiega la Corte dei Conti. Il resto è un'alea indeterminata che costringe ad andare avanti per acconti per garantire il funzionamento della ricerca.

Bocciati anche i metodi di finanziamento: troppo frammentari, eterogenei con sovrapposizione di competenze e spreco di risorse. La Corte dei Conti chiede, invece, un bilancio consolidato della ricerca.

Il risultato è quello che tutti conosciamo e che la Corte dei Conti conferma. Sulla ricerca "il complesso delle risorse umane e finanziarie appare insufficiente", accusano i magistrati contabili. L'Italia è al di sotto della media Ue con un indicatore di spesa pari allo 0,54 del Pil mentre l'obiettivo era di arrivare al 3%.