SCUOLA

Aprea: chiamata diretta dei prof,
si parte l’anno prossimo

intervista di Pietro Vernizzi a Valentina Aprea, il Sussidiario 4.4.2012

Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato oggi l’articolo 8 sulla scuola contenuto nel progetto di legge “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”. Il testo prevede il reclutamento diretto degli insegnanti con contratto di un anno negli istituti statali. Grazie a un emendamento che porta la firma del consigliere del Pdl, Mario Sala, sono stati recepitir alcuni suggerimenti del Pd, mentre l’Idv si è opposta con toni molto accesi, facendo ostruzionismo e opponendosi in tutti i modi all’approvazione dell’articolo 8. Come sottolinea l’assessore regionale all’Istruzione, Valentina Aprea, l’obiettivo della riforma è “rafforzare le autonomie scolastiche anche sul piano della responsabilità della scelta dei docenti. Nello stesso tempo, punta a ridurre il rischio di mancanza di continuità didattica legato alla percentuale di supplenti annuali”.

 

Che cosa cambierà da domani per la scuola in Lombardia, con l’entrata in vigore dell’autonomia scolastica?

Cambierà una prospettiva, perché i tempi di attuazione sono vincolati a un accordo che la Regione stipulerà con lo Stato. La prospettiva sarà quella di rafforzare le autonomie scolastiche anche sul piano della responsabilità della scelta dei docenti comunque aventi diritto. Si ridurrà inoltre il rischio di mancanza di continuità didattica legato alla percentuale di supplenti annuali, che in alcune scuole arriva al 15-20%. Le scuole avranno la possibilità di investire anche su questo personale, assegnato sempre su base annuale, e che sarà riconfermabile nel caso in cui si dovesse verificare una corrispondenza tra le aspettative dell’istituto e le reali competenze dei docenti.

 

Per quale motivo l’articolo 8 del “Cresci Lombardia” ha scatenato una battaglia così accesa da parte di alcuni settori della società civile?

Il problema è sempre lo stesso. Esiste una parte del Paese che pensa che un’omologazione delle procedure e un’assegnazione burocratica dei docenti possa essere più efficace per le scuole e per gli studenti rispetto a una scelta consapevole da parte delle stesse istituzioni scolastiche, che passi attraverso una valutazione delle competenze professionali dei docenti.

 

Quindi?

Quindi sono due modi inconciliabili di vedere la scuola e il Paese. Perché quando ci si rifiuta di affrontare una situazione che non funziona più, e che va avanti solo sul piano burocratico, nessuna nuova proposta viene considerata favorevolmente. Noi crediamo invece da tempo che ci sia un’ampia parte della classe dirigente che ha maturato l’idea che non saranno la burocrazia o gli automatismi a salvare la scuola e soprattutto ad aggiungere qualità alla proposta didattica e alla professionalità ai docenti.

 

Che cosa dunque può salvare la scuola lombarda?

Occorre abbandonare le procedure automatiche e puntare su processi responsabili attraverso un’offerta e una domanda che devono incontrarsi sulla base di caratteristiche precise. Rispondendo quindi da una parte ai progetti delle scuole, e quindi delle famiglie degli studenti. E dall’altra a professionalità certificate e documentate da parte dei docenti. Solo in questo modo sarà possibile rilanciare la professionalità degli insegnanti, e nello stesso tempo promuovere motivazione e competizione in un quadro di regole ben precise che tengano conto dei giudizi acquisiti e quindi dei titoli e dei punteggi maturati.

 

Quali sono le principali modifiche apportate all’articolo 8 in seguito al confronto con il Pd?

La parte iniziale dell’articolo è stata modificata introducendo la seguente formulazione: “Al fine di realizzare l’incrocio diretto tra domanda dell’istituzione scolastica e l’offerta professionale dei docenti, a titolo sperimentale nell’ambito delle norme generali e di specifici accordi con lo Stato, per un triennio a partire dall’anno scolastico successivo alla stipula” …

 

Che cosa significa per i non addetti ai lavori?

Abbiamo accettato di inserire che la norma si attuerà nell’ambito delle norme generali, o di accordi con lo Stato, quindi nel rispetto della normativa vigente. Subordinando la sperimentazione alla stipula di un accordo con lo Stato, si potrebbe determinare uno slittamento. Se riusciremo però ad attuare l’accordo in tempi rapidi, è possibile immaginare anche di partire dall’anno prossimo.

 

Per quali motivi martedì ha deciso di rassegnare le dimissioni dalla Camera dei deputati?

Lascio il Parlamento per impegnarmi il più a fondo possibile nell’esperienza lombarda e svolgere a tempo pieno il mio incarico di assessore all’Istruzione, Formazione e Cultura di Regione Lombardia. Registro favorevolmente che proprio ieri la Camera dei deputati con un voto dell’aula ha approvato in commissione Cultura il trasferimento in sede legislativa della legge 953 che porta il mio nome, e quello di tanti altri colleghi della commissione Cultura. Mi sembra significativo e di buon auspicio per un cambiamento che rafforzi la sussidiarietà orizzontale il fatto che nella stessa giornata ci sia stato un voto alla Camera dei deputati sull’autonomia statutaria, che quindi riconosce una maggiore autonomia organizzativa e partecipativa delle scuole, e contemporaneamente il Consiglio della Regione Lombardia abbia approvato l’articolo 8 per introdurre sperimentalmente la chiamata diretta dei docenti negli istituti lombardi.