il caso
Aumentano gli allievi ma le scuole Dopo una ripresa di iscritti nell'anno in corso, le preoccupazioni degli addetti ai lavori della scuola paritaria cattolica si concentrano per il 2012/13 sulle superiori Maria Teresa Martinengo La Stampa, 19.4.2012
torino
La presentazione
di ieri, coordinata dal direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi,
don Bruno Porta, è stata l’occasione per fare il punto sullo stato
di salute delle paritarie in Piemonte. I dati elaborati dalla Fidae
(Federazione istituti di attività educative), indicano che gli
alunni, infanzia esclusa, delle scuole cattoliche - 182 istituti,
1.175 classi, 2.300 docenti -, risultano in crescita dell’1,64%,
passando dai 22.740 del 2010/11 ai 23.114 allievi del 2011/12.
Questo è avvenuto nonostante la crisi, anche se comunque parecchi
istituti piemontesi versano in una difficile situazione economica.
Per suor Anna Maria Cia, presidente Fidae Piemonte, «ci sono forti
timori per il 2012/13, perché certamente la crisi si sentirà di più.
In particolare - ha detto la religiosa salesiana - le preoccupazioni
riguardano la scuola superiore».
La Fidae Piemonte
evidenzia che il 65% delle scuole paritarie cattoliche del Piemonte
si trova a Torino, con Novara la provincia in cui la situazione è
migliore. Hanno invece perso iscritti Biella -6,49%, Cuneo -5,82%,
Vercelli - 7,61%. Di situazione «di disequilibrio» parla Roberto
Gontero, neo presidente nazionale di Agesc, Associazione genitori
scuole cattoliche, già presidente in Piemonte: «Il sistema della
scuola paritaria in Piemonte genera per le casse del Ministero
dell’Istruzione un risparmio di 361 milioni di euro: 260 provenienti
dalla scuola paritaria dell’infanzia e dalle primarie, 101 da medie
e superiori».
L’appuntamento si
terrà sabato dalle 9 alle 13 al Teatro Nuovo, vi parteciperanno i
ministri dell’Istruzione Francesco Profumo e del Welfare Elsa
Fornero, sociologi, esperti, porteranno il saluto il sindaco
Fassino, il presidente della Regione Cota e della Provincia Saitta.
Ci saranno docenti, genitori e studenti delle scuole cattoliche di
tutta la regione, ma invitati sono anche dirigenti, insegnanti e
allievi degli istituti statali. Fuori, la contestazione organizzata
dal sindacato di base Cub. «Da questa conferenza - ha detto ieri monsignor Nosiglia, presentando l’incontro - mi auguro escano indicazioni di azione idonee a favorire presso le istituzioni e le forze politiche, ma anche nell’opinione pubblica, una più concreta convinzione della centralità della scuola nella società italiana e pertanto della necessità di essere sostenuta e qualificata». Ancora: «Noi vogliamo affrontare l’idea di rinnovamento della scuola e di qualità del servizio partendo dagli ambiti che rappresentano la sua base: autonomia, federalismo e parità». Per quanto riguarda le scuole paritarie, per l’arcivescovo non si tratta di ottenere «diritti in più, ma nemmeno di penalizzare le famiglie. Oggi c’è una evidente discriminazione tra la famiglia che sceglie di iscrivere i figli in una scuola statale e quella che sceglie una paritaria. E lo Stato, nell’attuale situazione di crisi, risparmia ben cinque miliardi di euro con le scuole paritarie, perché queste gli consentono di utilizzare quelle risorse per la scuola statale. Questo non è giusto, perché secondo la Costituzione ogni cittadino è uguale davanti alla legge e il diritto allo studio è sancito come universale e rivolto a tutti, senza discriminazioni». |