L'intervento

A SCUOLA IN MINIGONNA

 Pasquale Almirante La Sicilia, 15.4.2012

La primavera, oltre ad annunciare gli ultimi mesi di scuola, invita pure alla scollature che però, se portate a spasso altrove possono pure creare ammirazioni, nelle aule invece rischiano di suscitare qualche disappunto, come è avvenuto in due Istituti milanesi dove i rispettivi presidi di un liceo e di un alberghiero hanno prontamente diramato una circolare: niente mini o micro gonne, niente t-shirt provocanti e niente jeans attillati. Il regolamento deve essere applicato e a chi deroga, la punizione è la sospensione dalle lezioni.

Non sappiamo come abbiano reagito le ragazze, alle quali la circolare era indirizzata, ma la preside dell'alberghiero ha precisato che a scuola si va come ad un colloquio di lavoro dove è richiesta bella presenza, ma pure decoro, educazione, capacità di relazionarsi e comunicare. Un problema simile tuttavia, presente in tutte le scuole della Repubblica, non si risolve con una imposizione minacciosa della presidenza, ma con un sistema vasto di comportamenti e di valori, che investe l'intera società e i modelli da cui i giovani prendono le mosse. Sembra poco credibile? Riportiamo allora un sondaggio di alcuni giorni addietro. Su un campione di 1000 studenti tra i 15 e i 20 anni, si è scoperto che anche le risse dei politici e le malversazioni con le corruttele incidono profondamente sui comportamenti giovanili, tanto che per il 90% degli intervistati il confronto politico è inutile se diviene uno scontro violento, motivo per il quale il 72% non si fida né dei politici né della politica.

Gli under 20 fra l'altro, secondo un'altra indagine, sono risultati confusi e delusi dalla politica, ma nonostante ciò chiedono ai parlamentari di fare ordine e pulizia. I primi a non accettare deroghe alla legge sono i giovani e sono sempre loro che hanno fame e sete di giustizia e di legalità, cosa che purtroppo i modelli a loro più vicini non mostrano di perseguire. E allora, se farfalle svolazzano fra inguini sinuosi nelle tv e le escort riscuotono successo, perché le ragazze non possono "mostrarsi" nelle scuole? E se il politico schiamazza e ruba, inveisce e si droga, perché non imitarlo? La scuola non è cittadella fortificata fuori dalla società, ma suo specchio fedele, e tutto ciò che al suo esterno pullula, rivive tale e quale entro le sue fragili e malmesse mura.