Contro i pensionamenti coatti, L'Anp stima in 3-400 le lettere dell'amministrazione di interruzione del servizio Tuttoscuola, 5.4.2012 Pensionamento coatto in arrivo per 3-400 dirigenti scolastici a partire dal prossimo 1 settembre. Le lettere dell'amministrazione scolastica stanno raggiungendo gli interessati in questi giorni e la categoria è già sul piede di guerra. Lo Stato vuole risparmiare e manda a casa i presidi (secondo i primi calcoli dell'Anp, la loro associazione nazionale, si parla di 3-400 professionisti in tutta Italia) che hanno raggiunto il 65esimo anno di età o i 40 anni di contributi o tutti e due i requisiti nel 2011. La quota prevalente di pensionandi coatti ha il requisito dei 40 anni di contributi. "Quasi tutte le comunicazioni fanno riferimento - spiegano dall'Anp - quale fonte del provvedimento, al comma 20 dell'articolo 24 della legge 214/11. In realtà quel comma dice tutt'altro: anzi, precisa che a partire dall'1 gennaio scorso, i requisiti per la risoluzione del rapporto devono essere quelli, più elevati, recati dalla nuova normativa in materia di pensionamento. E dunque nessun richiamo ai 65 anni o alla quota 96 o al compiuto quarantennio, che sono i requisiti vecchi". Insomma, secondo i presidi l'amministrazione non sta applicando correttamente le regole per i pensionamenti. E "il Miur tace - accusano i dirigenti - con il rischio che centinaia di lavoratori che hanno una elevata preparazione vengano mandati a casa con un danno per loro e per la scuola dove si potrebbero creare di nuovo buchi nella copertura delle presidenze". Quest'anno oltre mille posti da preside sono rimasti scoperti. A settembre ci saranno mille dirigenze in meno per effetto dell'accorpamento di scuole deciso dall'ex governo Berlusconi. Tenuto conto dei tagli, i vincitori del concorso in via di svolgimento (saranno oltre duemila) dovrebbero coprire tutti i buchi. Ma il pensionamento coatto di decine di presidi "potrebbe riproporre il problema delle presidenze vuote", confermano dall'Anp. E intanto si preparano i ricorsi. Anche Mario Rusconi, storico vice presidente Anp e noto dirigente romano, rischia di doversene stare a casa da settembre, ma annuncia di voler "impugnare" la lettera dell'amministrazione. Così faranno molti suoi colleghi.
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