Scuola

Profumo, concorso
è segnale forte per Paese

ASCA, 25.8.2012 - 11:50

(ASCA) - Roma, 25 ago - ''Volevamo dare un segnale forte. è il momento di prendere decisioni e fare scelte importanti per le nuove generazioni. Evitando, come ha detto Mario Monti, di rammaricarci per una 'generazione perduta'. Esprime soddisfazione il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, nell'intervista rilasciata al Messaggero, per i provvedimenti approvati ieri dal Consiglio dei ministri in tema di scuola.

''Il programma di azione, nei prossimi mesi, - spiega Profumo - è quasi temerario. Dobbiamo dare in tempi brevi una migliore scolarità a tutta la popolazione e pensare in modo concreto ai giovani che domani cercheranno lavoro''.

Le immissioni in ruolo dei docenti e dei dirigenti, ''erano già state annunciate" e in quanto alle risorse, aggiunge il ministro, ''erano già state destinate, nessun ostacolo. Il bando verrà pubblicato il 24 settembre. Quasi 12mila posti, in primavera ne è previsto un altro'', dice Profumo.

Quello di ottobre sarà ''un regolare concorso. Per la maggior parte degli insegnamenti l'ultima prova risale al 1999. Per alcuni addirittura al 1990'', proprio per questo ''è stata prevista una prova preselettiva" entro la fine di ottobre, con ''test uguali per tutte le classi di concorso'', cui seguiranno ''a gennaio la prova scritta e poi quella orale". L'obiettivo, rimarca, è anche quello di ''portare in classe docenti piu' giovani, vicini ai nuovi insegnamenti, alle tecnologie avanzate"'.

''Abbiamo preparato una griglia che raccoglie le diverse caratteristiche di ogni tipo di scuola per far sì che gli istituti facciano un'autovalutazione" che ''si basa su tre strumenti: l'Invalsi, l'Indire e il corpo ispettivo'', ma, assicura, ''non parliamo di sanzioni o premi: l'intenzione è quella di rendere pubblico il rendimento della scuola".

Sull'argomento tagli, Profumo tiene a precisare che ''per la scuola si tratta essenzialmente di riorganizzare le risorse. Gli effetti della spending review sono tollerabili per la ricerca. Gli enti di ricerca - aggiunge - dovranno riconsiderare i modelli di gestione. Che vuol dire mettere i nostri istituti e centri in grado di ottenere più finanziamenti europei''.