Scuola: largo ai giovani, dichiara Profumo...
... e gli altri, al macero perché obsoleti!

inviato da Domenico Fastampa*, 30.6.2012

E’ del 25 agosto l’intervista al Messaggero del Ministro Profumo in cui, tra le altre dichiarazioni, fa capolino quella relativa alla necessità di immettere nella scuola docenti giovani perché in linea con i tempi e le innovazioni tecnologiche…

Ma dove le avrebbero acquisite queste ‘nuove’ competenze i nostri colleghi giovani se da decenni non si fa che ribadire che la scuola italiana è arretrata, povera di risorse finanziarle (E QUESTO è VERISSIMO!!) attrezzata tecnologicamente solo a macchia di leopardo o in realtà dove la capacità di operatori illuminati (dirigenti, professori e genitori) sa ‘creare’ condizioni favorevoli all’innovazione e sa gestire, razionalizzandoli i pochi fondi a disposizione. Per non parlare delle università che perpetuano, certo non tutte, saperi teorici scarsamente spendibili nel mondo del lavoro italiano e soprattutto globale, questi sicuramente più ‘attrezzati’ in campo tecnologico e informatico delle nostre agenzie educative.

Il Ministro dovrebbe dichiarare che nella scuola dovranno essere immessi docenti più preparati didatticamente e culturalmente, non soltanto più giovani o aggiungiamoci pure più belli e simpatici dei ‘vecchi’ docenti (ormai …si dice..) decotti, demotivati, scoppiati, ma certamente, se responsabili e aperti, altrettanto preparati e pronti ad affrontare le sfide del terzo millennio. E’ ora di smetterla di addossare le responsabilità dei fallimenti dei nostri ragazzi ( e le prove internazionali ne sono una valida testimonianza) ai docenti perché anziani e incapaci di stare al passo con i tempi. E’ questa una mistificazione colossale, che denota la completa disinformazione sulla realtà scolastica italiana, soprattutto da parte di coloro che presiedono le istituzioni educative al massimo livello, regionale o nazionale.

I docenti, da sempre, e quasi nella loro totalità, hanno dimostrato senso di responsabilità aggiornandosi a spese proprie e sperimentando tutte le cosiddette riforme che dai vari ministri venivano calate nelle realtà scolastiche spesso con massicce dosi di approssimazione, che solo grazie all’esperienza dei docenti, cosiddetti anziani, si sono potuto rimodulare adattandole a situazione a volte estremamente disastrate. E chiaro che se l’innovazione e la ricerca si pretende di attuarle a costo zero, non possono bastare la buona volontà, la dedizione, l’impegno e la responsabilità di una classe docente che da decenni fa i conti con una realtà che si perpetua ad ogni cambio di ministro. Aggiornamento serio, attrezzature diffuse, riconoscimento economico, ricerca continua con scambi tra università e scuole sono la chiave di volta del vero cambiamento della scuola, motore dello sviluppo futuro del Paese, che ha bisogno di serietà, merito e risorse per garantire tutti i suoi cittadini sia giovani che avanti con gli anni.

 

* Domenico Fastampa, docente prossimo alla pensione