L'ottica è quella della corporazione che si difende Quei contro-auguri dei precari al ministro da Tuttoscuola, 16.8.2012 Una lunghissima lettera aperta, genericamente firmata ‘I precari uniti contro i tagli’, fa i contro-auguri di Ferragosto al ministro Francesco Profumo facendo la summa di tutte le critiche mosse all’attuale titolare del Miur dall’ala più militante e ideologizzata del mondo del precariato scolastico. Il ministro è intanto accusato di aver implementato la “epocale controriforma” attuata dalla “arrogante e incompetente Gelmini, da Ella molto ammirata”, ragione per cui i precari “sono spiazzati e si sentono francamente insultati dal Suo impudente e incredibile augurio di buone vacanze, ulteriore contrassegno della siderale distanza esistente tra la percezione ministeriale, deamicisianamente stucchevole ed irenistica, della vita scolastica attuale e prefigurabile, e la percezione drammaticamente sofferta e conflittuale che della Scuola hanno i precari, che da anni ci lavorano con passione in condizioni estreme”. Ma fin qui, se si prescinde dal carattere colto-ridondante del linguaggio (le affermazioni del ministro sono definite ‘parenetiche’, ‘surreali’, e compaiono citazioni di Erri De Luca e di Siddharta), non si è lontani dalle critiche che anche altre organizzazioni muovono alla linea del governo. In più i ‘precari uniti contro i tagli’ mettono una visione del ruolo della scuola pubblica totalizzante, ostile a ogni innovazione di carattere organizzativo-amministrativo (il ddl Aprea è definito “strumento-cardine della dissoluzione di quella ‘unità d’Italia’ tanto celebrata a chiacchiere e che esautora i docenti, riducendoli a burattini ricattabili da presidi-padroni e da privati finanziatori”), e frontalmente avversa alla valutazione di sistema che attraverso i “velenosi e stolidi quiz dell’odioso e odiato Invalsi” pretende di sostituirsi alla valutazione dei docenti. Ma soprattutto i precari, o almeno quelli che si riconoscono nelle posizioni espresse in questa lettera di contro-auguri, sono assolutamente contrari ai concorsi aperti ai giovani aspiranti insegnanti: a chi si rivolge il ministro quando scrive ‘cari insegnanti’? Forse “a noi precari, decrepiti quarantenni da spazzar via” per far posto ai giovani? “A noi, che siamo inseriti in Graduatorie faticosamente scalate che Ella vuole capricciosamente e irresponsabilmente ‘sparigliare’ con un concorso che violerebbe qualunque norma giuridica sui diritti acquisiti e che cozza contro il più elementare buon senso?” Per le argomentazioni addotte, come si vede, questo movimento non può che essere definito ‘corporativo’ in senso tecnico: ostile alle innovazioni, al mercato, all’ingresso di nuove leve (e nuove idee), come lo furono altre corporazioni nella storia. Ma per fortuna, vorremmo aggiungere, persero tutte. |