Precari vs. neolaureati/2. da TuttoscuolaNews, n. 501 12.9.2011 Mentre i cattolici ciellini sembrano intenzionati a concedere una tregua al ministro Gelmini, consentendole di godersi il momentaneo successo politico di oltre 66mila immissioni in ruolo realizzate in questi giorni, i contendenti sembrano comunque ignorare o minimizzare un grosso ostacolo sulla strada di qualsiasi forma di nuovo reclutamento. Prima di quantificare i possibili destinatari delle prossime immissioni in ruolo, si dovrà infatti decidere cosa fare delle numerose attuali graduatorie, tuttora aperte e valide, uscite dai concorsi banditi nel 1999-2000. Come si sa, per le immissioni in ruolo, metà dei posti va alle graduatorie dei concorsi e l’altra metà alle graduatorie ad esaurimento. Considerata l’intangibilità di quest’ultimo 50% riservato alle graduatorie ad esaurimento, lo spazio per qualsiasi nuova forma di reclutamento può essere trovato soltanto sulla prima quota del 50% attualmente riservato alle graduatorie dei vecchi concorsi, che per legge restano valide fino a quando non sarà bandito un nuovo concorso. Anche quest’anno dei 30.300 posti di nuove immissioni in ruolo, 15.150 posti sono stati assegnati a docenti iscritti nelle vecchie graduatorie dei concorsi. Qual è il loro profilo? Sono persone che 11 anni fa hanno partecipato ad un concorso, conseguito l’idoneità, e che – non per colpa loro – sono rimasti per tutto questo tempo in attesa di qualcosa. Molti di loro in questi due lustri non hanno nemmeno insegnato, svolgendo tutt’altra attività lavorativa (non potevano certo stare ad aspettare una chiamata che non arrivava mai), e chissà, comprensibilmente, cosa ricordano di quanto hanno studiato. Ora arriva una chiamata per un posto fisso alla quale magari non pensavano neanche più, e di questi tempi è difficile dire di no, a meno che non si abbia trovato nel frattempo un’altra adeguata occupazione. Insomma la situazione è paradossale: prevedere la validità di una graduatoria concorsuale “fino a nuovi concorsi” ha un senso se in un tempo ragionevole (due, tre anni) se ne bandiscono di nuovi, non se dopo undici anni non se ne vede ancora traccia. Se non si azzererà, con un nuovo bando di concorso o per legge, questo rilevante ostacolo, qualsiasi forma e modalità di reclutamento è destinata a non potere decollare. |