La Gilda ripropone la mobilitazione
unitaria e nazionale

di A.G. La Tecnica della Scuola, 28.9.2011

Individuata anche la data dello sciopero: la fine ottobre. Il coordinatore Di Meglio: pagano sempre i soliti noti, i docenti in testa, basta con gli scioperi isolati, urge una protesta di massa che metta al centro i problemi della scuola. Le distanze rimangono però tante ed è improbabile che basti un appello per farle azzerare.

Uno sciopero generale del comparto scuola, con tutti i sindacati schierati a favore. È la richiesta, tutt’altro che semplice, che la base della Gilda avrebbe espresso nel giorno delle assemblee che si sono svolte in tutta Italia in diretta web. A riassumere la richiesta è stato il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, rivolgendosi agli addetti ai lavori milanesi, ma prima ancora alle altre organizzazioni sindacali: serve “una protesta collettiva ‘della scuola e per la scuola’ a fine ottobre.

In questi ultimi mesi e, soprattutto, con l’accelerazione della crisi – ha sottolineato di Meglio – ho avuto modo di saggiare gli umori e gli stati d’animo della nostra categoria, ma anche di raccogliere la forte richiesta di un’azione unitaria. Da qui il convincimento che una mobilitazione generale, che metta al centro i problemi della scuola, non sia più rinviabile. E’ inevitabile che occorrano sacrifici da parte di tutti i cittadini – ha proseguito Di Meglio – ma non è giusto che a farli siano sempre i soliti noti, insegnanti in testa”.

Da Milano, però, il leader della Gilda ha posto una condizione imprescindibile: “Occorre superare le differenze tra i vari sindacati del settore. E’ questa l’unica strada da percorrere – ha concluso – per fare sentire la nostra voce e far vedere la nostra forza. La via maestra non sono gli scioperi isolati (come su questa testata giornalistica rilevato in un precedente articolo ndr), ma una sola grande mobilitazione di categoria”. L’appello agli altri sindacati, in particolare a Cisl e Uil Scuola, è stato fatto. È improbabile, tuttavia, che i dissidi e le distanze possano azzerarsi in virtù di uno sciopero nazionale e unitario al momento molto teorico e poco realistico.