Gelmini: cattedra vietata da Tuttoscuola, 9.9.2011 All’indomani della pubblicazione su Avvenire dell’appello “in difesa delle giovani generazioni, del futuro della scuola, dell’università e del nostro Paese”, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini decide di dare una risposta pubblica alla questione sollevata. Avvenire chiede: “Un’intera generazione di giovani docenti rischia di saltare in un Paese che lamenta un corpo docente “vecchio”. Non lo trova un paradosso? “Ho letto con grande attenzione l’appello pubblico lanciato sulle pagine di Avvenire. Ho la massima comprensione e rispetto per l’angoscia e la preoccupazione espressa dai giovani in questo momento di crisi, Li incontro tutti i giorni e colgo in loro la preoccupazione di dover pagare la crisi attuale. Detto questo, però, mi sento la coscienza a posto perché, sin dal mio insediamento nel 2008, ho lavorato per ripristinare un patto tra le generazioni. E per tutelare gli interessi dei giovani. Non vi è dubbio che una delle problematiche più gravi sia rappresentata dal precariato. Alla luce di questa consapevolezza, non solo mia, ma anche dell’intero governo, abbiamo agito per combattere il precariato sostenendo le legittime aspirazioni dei giovani”. “In che modo?” “Abbiamo fatto una scelta fondamentale che è trasversale ai vari ministeri e non è solo una posizione mia. Dopo decenni nei quali ai giovani sono state vendute molte illusioni, come l’idea che vi fossero posti infiniti nella scuola, si è interrotta questa pratica, introducendo la programmazione degli ingressi nella scuola. Questo non significa chiudere le porte ai giovani, ma renderli consapevoli delle reali possibilità di occupazione nella scuola e consentire loro di fare scelte ponderate”: “Chiarezza, che, però, rischia di mortificare aspirazioni di un’intera generazione” “Rispetto coloro che hanno sottoscritto l’appello, ma non è corretto dire che da parte mia non ci sarebbe attenzione ai giovani. Sui posti disponibili abbiamo riservato il 50% ai precari delle graduatorie ad esaurimento e l’altro 50% è lasciato alle nuove abilitazioni. Quindi alimentare una contrapposizione tra i giovani che iniziano il percorso abilitante e coloro che hanno fatto un percorso dentro le graduatorie è una contrapposizione mal posta, perché sono diritti entrambi da tutelare. I giovani motivati che vedono il loro futuro nella scuola hanno buone possibilità di vedere realizzate le loro aspirazioni”. |