SCUOLA

Napolitano inaugura anno,
da tagli e crisi a speranza (il punto)

ASCA, 23.9.2011

(ASCA) - Roma, 23 set - La crisi economica, i tagli, il rigore, ma anche la fiducia e la speranza che devono arrivare ai ragazzi italiani da chi guida il paese e l'auspicio che, dopo un 2011 estremamente difficile, il prossimo anno possa portare con se' un'atmosfera nazionale piu' serena. Questi i messaggi che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto agli studenti provenienti da piu' di 200 scuole di tutta Italia riuniti nel pomeriggio nel Cortile d'Onore del Quirinale per la cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico.

A condurre la giornata, dal palco allestito per l'occasione, Fabrizio Frizzi, in diretta su Raiuno. In platea i big dello sport, Federica Pellegrini e Valentina Vezzali su tutti; dello spettacolo, l'attrice Valeria Solarino e il comico Alessandro Siani, la cantante Emma che ha aperto l'appuntamento intonando ''Saro' libera'', le istituzioni, con il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

Ma anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci, il presidente di Bnl, Luigi Abete, e quello della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. In ogni caso, i veri protagonisti sono stati i ragazzi, gli studenti e, quest'anno, in occasione del 150esimo anniversario dell'Unita' d'Italia, il tricolore, sventolato da tutti i presenti quando i tre cori delle accademie militari, il coro di una scuola per sordomuti, i ragazzi di Lampedusa e i Piccoli Cantori di Milano hanno intonato l'Inno Nazionale. Un minuto di silenzio e di commozione per i tre militari italiani che sono morti ad Herat in un incidente ha preceduto il discorso del Capo dello Stato.

''Questa - ha detto Napolitano - e' la cerimonia piu' bella e gioiosa che ospitiamo'' perche' voi ragazzi e ragazze ''trasmettete freschezza, slancio, curiosita' e apertura al futuro'', ma nello stesso tempo ''richiamate tutti che abbiamo responsabilita' nella guida del paese, al dovere di darvi speranza, al dovere di darci seriamente fiducia nel domani''.

Napolitano ha parlato della crisi economica (''il 2011 e' stato un anno estremamente difficile, e non solo per l'Italia''), invitando il Belpaese, che ''si sta cimentando con precisi impegni di riequilibrio finanziario',' ad ''affrontare senza indugio la sfida di tornare a crescere''.

Il Capo dello Stato ha poi messo in guardia sul debito pubblico: ''Guai a non farcene carico: non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni piu' giovani quella montagna di debito'' auspicando, ''nell'affermare criteri di massimo rigore e di effettiva produttivita' nella spesa pubblica'', la possibilita' di ''stabilire un nuovo ordine di priorita' nel quale non sia riservata alla scuola una collocazione riduttiva, attribuendo una quota chiaramente insufficiente alle risorse per l'istruzione, l'alta formazione e la ricerca''. D'altronde, ha evidenziato, ''una scuola aperta e migliore, una scuola inclusiva, che accoglie come e' giusto i bambini di ogni colore figli dell'immigrazione, una scuola moderna richiede una quota adeguata di risorse nell'ambito del bilancio dello Stato''. Napolitano ha ricordato ''il dato davvero preoccupante dei troppi bravi nostri laureati che per necessita' lasciano ogni anno il nostro paese''. Argomento, quello dell'Universita', toccato anche dal ministro Gelmini.

Nel pomeriggio infatti la Conferenza dei Rettori delle Universita' Italiane aveva sottolineato ''la vivissima preoccupazione dell'intero sistema universitario italiano per i drammatici tagli progressivamente operati sul finanziamento ordinario''. E il ministro, parlando a margine, ammettendo i problemi di risorse, li ha incoraggiati: ''Dobbiamo cercare di far fronte a questo momento di difficolta' ragionando insieme''. Sul fronte della scuola la Gelmini ha annunciato che ''nella legge di stabilita' confermeremo lo stanziamento di 100 milioni di euro per le borse di studio in accordo con le Regioni'' perche', come evidenziato anche da Napolitano, ''le eccellenze, una volta emerse, vanno accompagnate nella loro crescita''. Cosi' come disse Luigi Einaudi, presidente della Repubblica per sette anni dal 1948, citato proprio dal Capo dello Stato: ''E' un errore grave (ritenere) che sia dannoso mettere tanta gente allo studio. Non ce ne e' mai troppa, fino a che tra i sei e i venticinque anni ci sara' qualcuno il quale non abbia avuto l'opportunita' di studiare quanto voleva e poteva''. In questo senso, ha concluso Napolitano, ''c'e' ancora molto da fare''. Ma intanto, oggi, ''forte e' l'iniezione di fiducia che viene da un incontro come questo: che ne viene per me, per quanti si sono come me rivolti a voi e, ne sono certo, per voi stessi, per ciascuno di voi''.