Dati MIUR/2.
Ridotto un male storico
ma servono nuovi concorsi

da Tuttoscuola, 11.10.2011

Alla riduzione (non certo eliminazione) del precariato, male storico della scuola italiana, si è arrivati lungo le due direttrici nelle politiche del personale – con opposto indice di gradimento da parte del personale scolastico – che si sono intrecciate negli ultimi anni: da un lato le 123 mila assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal 2007-08 (50 mila dal Governo Prodi e 73 mila dall’attuale Governo), dall’altro la concomitante riduzione di 73 mila posti in organico di diritto (8 mila da parte del Governo Prodi e 65 mila dall’attuale Governo).

Direttrici che erano già indicate nel Quaderno bianco del 2006 firmato Padoa-Schioppa/Fioroni (riduzione del rapporto alunni/docenti e stabilizzazione del personale in organico) e che sono state proseguite dall’attuale Governo con la forte spinta nella riduzione di organico imposta dal ministro Tremonti nel 2008.

Nel sottolineare il decremento del tasso di precarietà non si può non dire anche della necessità di bandire nuovi concorsi: le numerose immissioni in ruolo di questi anni sono avvenute sulla base di un concorso del 2000 e in taluni casi sono entrate nella scuola persone che non hanno mai superato una prova concorsuale. Nuovi concorsi consentirebbero di selezionare per le prossime assunzioni già programmate i migliori docenti sulla base di prove uguali per tutti, dando subito una chance di accesso per merito ai neolaureati/abilitati (con abbassamento dell’età media dei futuri immessi in ruolo) e una chance aggiuntiva ai precari abilitati.