Scuola pubblica. Quale?

da Tuttoscuola, 4.10.2011

A quale universo scolastico si riferiva l’ordine del giorno dei parlamentari del PD? Alla sola scuola statale o anche alla scuola paritaria? L’interpretazione autentica spetterebbe a loro, e saremo lieti di offrire uno spazio per spiegarlo ai lettori di Tuttoscuola.

Nell’attesa, si può ragionare sull’accezione data ai diversi termini. Dalla legge 62/2000 sulla parità scolastica si ricava con chiarezza che il sistema nazionale d’istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. Il concetto di scuola pubblica, perciò, comprende scuole statali e scuole paritarie. Ma nella comune interpretazione, soprattutto dei non addetti ai lavori (e talvolta anche tra quelli) non vi è dubbio che per “pubblica” molti intendono soltanto quella statale. I mille slogan di piazza, le manifestazioni e le prese di posizioni di questi anni in difesa della scuola pubblica si sono sempre riferiti a quella statale, tanto che quando si parla di finanziamenti alla scuola paritaria, si afferma da ogni parte che in questo modo verrebbe discriminata “la scuola pubblica”. Quando si afferma che i tagli del Governo messi in atto in questi tre anni hanno colpito la scuola pubblica, lo si afferma nella sola accezione di statale, in quanto i tagli hanno appunto riguardato le istituzioni statali (organici, classi, ecc.).

Insomma, l’idea di scuola “pubblica” della legge 62/2000 sulla parità è diversa da quella di “pubblica” come la intendono la gente e, forse, molti nostri parlamentari.

Proprio l’odg (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_504-1.doc) sull’8 per mille presentato dal PD e approvato alla Camera con la messa in minoranza del Governo sembra confermare questo equivoco.

L’ordine del giorno approvato ripercorre tutta la storia dei tagli di organico (della scuola statale, ndr) di questi ultimi tre anni a cominciare dalla legge 133/2008 fino alla più recente legge 111/2011 di riforma della rete scolastica (della scuola statale) e conclude che “per queste ragioni, in seguito al peggioramento della situazione finanziaria e ai pesanti tagli di organico (della scuola statale) e di tempo scuola (della scuola statale), i dirigenti (della scuola statale) sono stati costretti a ricercare forme di autofinanziamento che si sono tradotte nella richiesta di contributi sempre più onerosi alle famiglie”.

Alla fine, per tutte queste ragioni, l’odg approvato impegna il Governo a destinare una quota fiscale dell'otto per mille “da utilizzare d'intesa con enti locali per la sicurezza e l'adeguamento funzionale degli edifici”.

Per come è formulato l’odg sembrerebbe difficile pensare che quell’8 per mille possa comprendere anche la scuola privata e degli enti locali. Infatti la specifica destinazione delle risorse “per la sicurezza e l’adeguamento funzionale degli edifici” porterebbe a pensare che ci si rivolgesse solo agli istituti statali, omettendo però di considerare che il diritto della sicurezza personale non può avere una minore consistenza per i giovani che frequentano una scuola non statale. Appare quindi opportuno precisare al più presto quale sarebbe il perimetro di intervento dell’iniziativa proposta.