L’equivoco dell’8 per mille
per la scuola pubblica

da Tuttoscuola, 4.10.2011

La Camera ha approvato nei giorni scorsi un odg presentato dall’on. Russo (PD) per la possibile destinazione dell’8 per mille alla scuola pubblica e, in particolare, al sostegno dell’edilizia scolastica. La maggioranza è stata battuta per poco più di 20 voti di scarto.

La polemica sul termine di scuola pubblica che aveva acceso il dibattito in aula è continuata nei giorni successivi con varie dichiarazioni e, soprattutto, con critiche rivolte al sottosegretario Giovanardi che, a nome del Governo, si era dichiarato contrario all’odg, in quanto sarebbe stata discriminata la scuola non statale.

L’on.le Rosa De Pasquale, intervenuta nel dibattito, ha ricordato al sottosegretario Giovanardi “che nella nozione di scuola pubblica sono comprese la scuola statale e quella paritaria, quindi quando parliamo di scuola pubblica parliamo di scuola anche paritaria”.

Anche il sen. Ceccanti per il PD ha invitato l’on. Giovanardi a rileggersi la legge 62/2000 sulla parità scolastica perché “Il concetto di pubblico è, come dovrebbe essere noto, più ampio di statale. Quando si vuole potenziare la scuola pubblica, come hanno inteso fare oggi i gruppi di opposizione alla Camera, si intende farlo nell'accezione piena del termine”.

L’on. Buttiglione (UDC) si è associato alle critiche verso il rappresentante del Governo dichiarando: “Ma si discriminano le scuole non statali destinando queste risorse alla scuola 'pubblica'? No, perché a partire dalla riforma Berlinguer tutta la scuola è pubblica perché integrata nel sistema scolastico nazionale, sia quella di Stato sia quella paritaria. Le risorse eventualmente destinate alla scuola saranno dunque equamente divise fra scuole di Stato e scuole paritarie. La cosa non è difficile da capire per chi abbia un minimo di conoscenza della legislazione scolastica”.

L’on. Giovanardi ha replicato seccato che “I sofismi filosofici dell'on. Buttiglione e le cantonate giuridiche dell'on. Ceccanti non cancellano la realtà di un voto della Camera (con il concorso del Pd e dell'Udc), che indica come soggetto destinatario dei contributi soltanto la 'scuola pubblica'. Buttarla in caciara non serve a giustificare un voto, magari dato con superficialità e scarsa conoscenza della legge, che cancella dai possibili fruitori dei finanziamenti le scuole private parificate”.