Il ministro del Welfare parla di pensioni. Il Sole 24 Ore, 26.11.2011
Il ministro del Welfare,
Elsa Fornero, scrivendo a Repubblica, afferma che il punto di partenza per una riforma del
sistema previdenziale è il «metodo contributivo pro-rata per tutti i lavoratori, rendendo subito effettive un'età minima di pensionamento, pari a
sessantratrè anni e una fascia di flessibilità che incoraggi il lavoratore a ritardare l'uscita fino ai sessantotto (settanta) con un incremento di pensione che, secondo alcuni calcoli matematici e non in base a criteri politici, tengano conto dei maggiori contributi versati e della maggiore età». Inoltre, «dovrebbero scomparire le finestre». Un modello che dovrebbe consentire risparmi di spesa «per qualche decina di miliardi di euro nei primi 5-6 anni di effettiva applicazione del provvedimento».
Se su altri fronti è più prudente negli apprezzamenti, questo intervento è salutato con soddisfazione dall'Italia dei Valori. Che però ha anche chiesto che si vada oltre: «L'approccio del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sulle pensioni è sicuramente serio, e per questo, da subito, dichiariamo cosa condividiamo e cosa proponiamo di diverso», hanno scritto sul sito dell'Idv il presidente Antonio Di Pietro e il responsabile Lavoro Maurizio Zipponi. Va bene soprattutto l'aspetto della flessibilità, dicono, ma «dalla proposta manca, invece, l'unificazione degli enti previdenziali e assicurativi, che porterebbe un risparmio strutturale di due miliardi di euro annui; l'obbligo del pareggio per le casse speciali previdenziali; la divisione nel bilancio statale tra assistenza e previdenza - hanno spiegato - oltre agli strumenti civili e penali contro l'evasione dei contributi trattenuti dalle buste paga e non versati agli enti, che equivalgono a circa 25 miliardi ogni anno».
Di necessità di un «confronto prventivo» parla il Pd, per bocca di Cesare Damiano, capogruppo del partito nella commissione Lavoro di Montecitorio: «Si tratta ora di comprendere quali contenuti troveranno una traduzione pratica nelle proposte che il governo dovrà avanzare. Per quello che ci riguarda, noi riteniamo indispensabile avere un confronto preventivo che possa affrontare una questione così delicata tenendo conto dei punti di vista di tutti e che consenta di arrivare alla sintesi necessaria». «Il ministro Fornero ha opportunamente affermato nei giorni scorsi, in continuità con il precedente Governo, che le riforme strutturali della previdenza sono già state fatte e che l'unico spazio per ulteriori interventi si riferisce alle regole transitorie. Eventuali correttivi devono quindi concorrere all'ancora maggiore sostenibilità finanziaria e sociale del sistema». Lo dichiara in una nota l'ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «Questo significa, da un lato, che non possono essere ridotte le età minime obbligatorie di pensione così come definite dalle recenti riforme - dice - in quanto costituiscono l'unica base di calcolo certa. I bilanci pubblici non si costruiscono su speranze che danno i numeri o su numeri che danno speranze. E ciò porta a escludere le cosiddette uscite flessibili. Dall'altro lato, evidenti ragioni sociali impediscono di modificare l'importo della pensione per chi ha già consumato in tutto o in larga parte la vita lavorativa e, come tale, non è più nelle condizioni di adeguare i propri comportamenti». |