“Il tempo pieno pomeridiano
primo passo per cambiare”

Gavosto: per i ragazzi la didattica frontale è noiosa e antiquata

 La Stampa, 29.10.2011

Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, nel vostro ultimo Rapporto la scuola media viene promossa, rimandata o bocciata?

«Bocciata, senza dubbio. Speriamo che recuperi in tempo ma per ora non c’è possibilità di dare altro giudizio».

Dov’è il problema?

«E’ su due fronti. Per quel che riguarda l’apprendimento l’Italia è il Paese dove nel passaggio da elementari a medie maggiore è il peggioramento del rendimento scolastico rispetto ad altri Paesi. C’è poi il fronte dell’equità. Il tentativo di portare tutta la popolazione studentesca italiana ad uno stesso livello di competenze è fallito. Oggi esistono ragazzi che, per le caratteristiche della famiglia da cui provengono, sono automaticamente ai margini del processo scolastico proprio a partire dalle scuole medie. In genere sono quelli che poi abbandonano alle superiori.

Di chi è la colpa?

«Parlare di colpe è ingiusto in questa situazione».

Allora che cosa non sta funzionando?

«I professori sono troppo anziani. La gran parte di loro ha fra i 58 e i 60 anni. C’è una discontinuità didattica molto elevata, una formazione molto scarsa nelle tecnologie, nelle didattiche innovative. C’è poca motivazione. Vari problemi hanno origine da queste caratteristiche dei professori e hanno fatto sì che la scuola media rimanesse immobile mentre tutto intorno cambiava.

Come uscirne? Ancora una riforma nella scuola?

«Escludiamo una riforma dei cicli. Abbiamo esaminato a lungo quest’ipotesi, presenta vantaggi e svantaggi ma, dopo averli ponderati con attenzione, non siamo convinti che possa avere un effetto positivo unire un pezzo delle medie alle elementari ed un altro alle superiori».

E quindi come si può uscire da questo stallo?

«Quella dei preadolescenti è una fascia di età molto particolare. Ha sue caratteristiche diverse da quelle dell’infanzia e da quelle della vera adolescenza. E’ giusto che il ciclo sia diverso. Sarebbe utile anche alle medie estendere il tempo pieno del pomeriggio. Permetterebbe di aiutare chi viene da situazioni svantaggiate rispetto agli altri, di sperimentare didattiche diverse da quella frontale che risulta noiosa e antiquata per i ragazzi di oggi, e la concentrazione su poche materie al mattino lasciando al pomeriggio le materie opzionali. Ma c’è anche un elemento da tener presente, ed è stata una sorpresa anche per noi».

Quale?

«Gli istituti comprensivi: finora erano stati creati per motivi di risparmio, invece rappresentano un modello vincente».