L'intervento

A gennaio partono i TFA

 Pasquale Almirante La Sicilia, 6.11.2011

A gennaio, se nulla osta, dovrebbero partire i Tfa, Tirocini formativi attivi, che consentirebbero l'accesso all'insegnamento per i neolaureati, cosi come prevede la legge sulla formazione iniziale dei docenti. I sindacati comunicano che sarebbero 5.100 circa i posti per i corsi di laurea in scienza della formazione primaria, in numero inferiore pare rispetto a quelli previsti; per quanto riguarda il primo grado i posti sarebbero 2.490 (lauree abilitanti) e 4.600 circa per i TFA. “Nel secondo grado l’offerta prevede l’avvio dei soli TFA, sulla base del vigente ordinamento, mentre i corsi di laurea magistrali abilitanti potranno partire solo dopo il riordino delle classi di concorso, per cui si prevede un iter ancora lungo con circa 6000 posti disponibili ogni anno, per il primo anno collocabili su circa trentacinque classi di concorso.”

Si attende dunque che il Miur emani i decreti autorizzativi per consentire alle Università di selezionare gli aspiranti con un preesame al quale dovrebbero partecipare anche coloro che stanno insegnando da precari ma non hanno il titolo abilitante, con una procedura bizzarra perchè se da un lato lo Stato li ha chiamati a tappare i buchi, affidando loro delle classe anche per alcuni anni, ma lasciandoli nel guado, dall'altro sta ora chiedendo un tirocinio che loro hanno ampiamente svolto sul campo. Come se non bastasse rimangono perplessità sull'effettivo fabbisogno di docenti dal momento che il Governo ha bloccato i pensionamenti per i prossimi due anni, sta giocando al rigonfio delle classi dove si ritrovano fin'oltre 35 alunni e il riordino della Gelmini macina ore nelle scuole di ogni ordine e grado, mentre le graduatorie a esaurimento scoppiano di professori in attesa di sistemazione.

E' comprensibile che si voglia dare speranza ai nuovi laureati ma non è comprensibile che si lascino a marcire docenti, con tanto di titolo e di abilitazione, legati nelle liste di attesa, considerando pure che le cattedre di molte discipline diminuiscono. Ancora più ingarbugliata e oscura appare poi la posizione di coloro che lo Stato ha abilitato (formazione primaria e corsi Bifordoc-srumento musicale) ma che non ha incluso colpevolmente nelle GaE, mentre le Afam continuano a implementare corsi di formazione all'insegnamento di II livello incentivando attese per la stabilizzazione. In effetti ciò che si chiede al ministero è di fare chiarezza sull'avvenire sia degli oltre 250mila precari e sia sulle sue intenzioni per le nuove leve anche perchè non è più tollerabile il sibilo dell'incertezza su fronti tanto sensibili.

Per inciso aggiungiamo che da qualche parte si spinge affinchè il Miur trasformi le graduatorie da provinciali in nazionali in modo da distribuire con più razionalità le poche cattedre ormai disponibili.