DIRITTO di CRONACA

Napolitano: una legge per lo ius soli

Flavia Amabile La Stampa, 23.10.2011

E’ stato chiaro ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Mi auguro - ha detto - che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione». A questo punto quella che sembrava solo una possibilità ancora lontana nel tempo diventa una realtà, e anche molto attuale: l’immigrazione sarà il prossimo campo di battaglia.

Il Quirinale ci crede davvero e non ne fa mistero.
L’aveva detto in piena crisi quando, tra una consultazione e l’altra, aveva ricevuto anche la nazionale azzurra di calcio e, davanti a italiani come Balotelli, ricordato che gli immigrati sono «linfa vitale» per il nostro Paese. L’aveva confermato con l’inserimento di uno come Andrea Riccardi nella rosa dei ministri come titolare del dicastero della Cooperazione e dell’Integrazione.

Ieri il presidente della Repubblica
ha precisato ancora meglio il suo pensiero tornando a parlare della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia che già durante la fiducia aveva suscitato molte polemiche da parte di Lega e Pdl. Napolitano è cautamente ottimista, si rende conto che è impossibile che «in pochi giorni il mare in tempesta sia diventato una tavola. È un po' incrinato, un po' mosso, ma credo ci siano maggiori possibilità di confronto fra gli schieramenti».

A chiarire come la pensano gli altri,
ci pensano la Lega e l’area più dura del Pdl. Inizia Roberto Calderoli, ora coordinatore delle segreterie nazionali del Carroccio, giudicando l’ipotesi una «vera follia». La Lega su questa materia - precisa - «è pronta a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze. E non vorrei che questa idea altro non sia che il cavallo di Troia che, utilizzando l'immagine dei poveri bambini, punti invece ad arrivare a dare il voto agli immigrati prima del tempo previsto dalla legge». Ancora più dure le parole di Roberto Maroni. Secondo l'ex ministro dell'Interno, un intervento per dare la cittadinanza ai figli di stranieri sulla base del principio dello ius soli "sarebbe uno stravolgimento dei principi contenuti nella Costituzione». E la Lega, aggiunge, «è fermamente contraria».

Più o meno identica
la chiusura da parte dei falchi del Pdl. Ignazio La Russa fa calare subito il primo, pesante sbarramento: «Se c'è qualcuno che fa finta di sostenere appassionatamente Monti, ma in realtà vuole già creare le condizioni perché cada subito ha trovato la strada giusta: quella di proporre che questo governo affronti il tema della legge sulla cittadinanza».

Fabrizio Cicchitto usa un tono ricattatorio
: «Il tema è fuori dall’agenda di governo ed è fuori anche dai discorsi che ci ha fatto Monti. In caso contrario faremo anche noi delle proposte che sono fuori dall’agenda, come la giustizia e le intercettazioni».

All’interno del fronte del sì
alle parole di Napolitan,o spicca la posizione di Gianfranco Fini, presidente della Camera e leader di Fli: «Secondo me è giusto parlare di ius soli temperato cioè per ragazzi che sono nati in Italia, hanno completato un ciclo di studi e parlano la nostra lingua. In questo caso è giusto la riconoscere la cittadinanza». Fini chiede invece un confronto sullo «ius soli automatico, cioè di quei bambini che nascono solamente in Italia con la madre, magari, che è solo di passaggio».
La posizione di Fini è un po’ diversa da quella espressa dal suo movimento che sta anche organizzando una petizione popolare. «Fli condivide in pieno le considerazioni fatte dal presidente in merito al diritto di cittadinanza dei figli di immigrati nati sul suolo italiano», dice l'eurodeputato Potito Salatto, membro dell'ufficio di presidenza nazionale di Fli.

Via libera senza alcuna condizione dal leader dell'Udc,
Pier Ferdinando Casini. «E’ un'assurdità e una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale». Identica la posizione del Pd. Il senatore Ignazio Marino ieri ha presentato la proposta di legge numero 28 presente in Parlamento per chiedere il riconoscimento dello ius soli. «Le parole del presidente della Repubblica ci spingono a legiferare con urgenza», avverte Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd. E anche per Antonio Di Pietro lo ius soli è una «norma di civiltà».