TFA. Tutto da rifare? da TuttoscuolaNews, n. 513 28.11.2011 Dopo mesi di preparazione, di approfondimenti e di confronti per stabilire modalità e destinatari per l’accesso ai TFA (Tirocini Formativi Assistiti), il Miur, a causa della crisi di governo, ha rotto gli indugi e l’ex-ministro Gelmini ha firmato nell’ultimo giorno utile, l’11 novembre, due provvedimenti (l’accesso ai TFA e ai percorsi formativi di abilitazione per la scuola dell’infanzia e primaria). Lo ha fatto, secondo la Cisl-scuola, senza modificare gli aspetti critici o non definiti dei provvedimenti. A parte la critica sul metodo (il sindacato di Scrima si è lamentato della repentina interruzione del confronto in corso), sul provvedimento sono state forti le riserve sui contenuti ai quali fanno riferimento le prove di accesso, soprattutto per quanto riguarda i percorsi per l’infanzia e la primaria, che sembrano andare (nota la Cisl-scuola) molto al di là del mero accertamento di conoscenze disciplinari e competenze in lingua italiana. Ma c’è di più. Le prove di accesso sembrano configurabili alla stregua di una valutazione in uscita del percorso formativo, più che di un accertamento in ingresso. A questo punto il sindacato propone una rivisitazione dei due provvedimenti per ricondurli a maggior coerenza con i contenuti del DM 249, il regolamento sulla “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’art.2 comma 416 della legge 24 dicembre 2007, n.244”. E che i provvedimenti siano parzialmente da rivedere lo si può constatare approfondendo i contenuti del decreto ministeriale sul tirocinio relativo alle prove di accesso e delle modalità di svolgimento dei percorsi formativi di abilitazione per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria e per l’insegnamento della lingua inglese nella scuola media. |