Scuola, assunzioni per la qualità e l’uscita dal caos inviato dalla senatrice Mariangela Bastico, 27.3.2011 Ho ricevuto molte mail sul tema delle graduatorie ad esaurimento che chiedevano conto della posizione del PD e di presunti cambiamenti dal 2007 ad oggi: allora avremmo voluto chiudere le graduatorie, ora invece saremmo per graduatorie aperte a tutti con immissione a pettine. So bene quanti percorsi di vita personali e famigliari sono condizionati e sconvolti da decisioni riguardanti le graduatorie. Quindi, da parte mia c’è la massima attenzione a scelte così decisive per tante persone. Voglio ripercorrere con la massima chiarezza gli eventi e le mie – nostre – proposte. Il governo Prodi (Ministro Fioroni ed io viceministro), con la finanziaria 2007, scelse di superare il precariato nella scuola, dando stabilizzazione ai percorsi professionali di centinaia di migliaia di persone e, insieme, rafforzando, attraverso la continuità didattica, la qualità della scuola. Per questo obiettivo fu approvato nella legge finanziaria un piano straordinario triennale di assunzioni di 150 mila docenti e di 30 mila ata. Nell’ambito di questo piano fu data dapprima la possibilità ad ogni docente di scegliere la graduatoria provinciale considerata più adeguata per opportunità personali e professionali. Su quella base, stabilizzata per due anni, si sarebbe proceduto alle assunzioni. L’assunzione di 50 mila docenti ogni anno avrebbe determinato l’assorbimento di una larga parte dei docenti collocati in graduatoria, fino all’esaurimento totale almeno per una parte significativa di graduatorie. Il ministro Gelmini ha bloccato completamente il percorso delineato dalla finanziaria 2007: è essenziale la chiarezza su questo punto per una corretta attribuzione delle responsabilità a colei a cui spettano. Appena giunta al governo, infatti, il Ministro ha attuato il devastante piano di tagli e ha dimezzato le immissioni in ruolo previste dalla legge; l’anno successivo, corrispondente alla terza annualità del piano Prodi, le ha rese sostanzialmente irrisorie. A fronte di queste scelte, il Ministro, con un’idea assolutamente improvvida, ha voluto dare un “contentino” ai precari, aprendo la possibilità di inserirsi nelle graduatorie di 3 province, oltre a quella di riferimento, alla condizione di essere inseriti in coda nelle stesse, indipendentemente dal punteggio che spetta ad ognuno. Proprio questa anomalia ha determinato le sentenze del Tar, tutte favorevoli ai ricorrenti e, infine, la sentenza n. 41 del 7/02/2011 della Corte Costituzionale. Non è, infatti, logico né accettabile che chi ha, ad esempio, 100 punti sia collocato in graduatoria dopo chi ne ha 10. L’annullamento per incostituzionalità della norma sulla coda obbliga ora a modificare in modo consistente le graduatorie in applicazione delle suddette sentenze e nel futuro a non utilizzare più questa modalità. Non obbliga, invece, a mio avviso, a scegliere graduatorie completamente aperte rispetto a graduatorie totalmente o parzialmente chiuse. Questa scelta spetta al Ministro; siamo in attesa – ed il ritardo è già consistente – delle sue (lei che ha prodotto il caos) proposte per uscire dal caos, che rischia di minare il prossimo anno scolastico. Il Ministro deve discutere le proposte in Parlamento, perché la soluzione non può trovarsi per via amministrativa. Il blocco totale delle graduatorie, proposto dal Sen. Pittoni della Lega Nord nella legge di conversione del milleproroghe, non poteva essere accettato, in quanto norma contraddittoria, incostituzionale e inapplicabile. Diceva, infatti, che le graduatorie dovevano essere bloccate (senza neppure riconoscere i punteggi acquisiti e ulteriori ingressi per i nuovi abilitati) e, insieme, che si facevano salvi gli effetti derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’incostituzionalità della messa in coda. La contraddizione e la conseguente incostituzionalità erano così evidenti che il governo ha dovuto eliminare la norma dal maxi emendamento su cui ha posto la fiducia, a seguito dell’autorevole intervento del Presidente Napolitano. La posizione espressa dal PD è stata di contrarietà alla norma per la sua inapplicabilità ed incostituzionalità: l’abbiamo considerata un diversivo adottato dalla maggioranza per prendere un po’ di tempo in attesa di una successiva sentenza della Corte Costituzionale. Ora attendiamo le proposte del Ministro. La nostra posizione è chiara: ritornare al percorso della finanziaria 2007, realizzando 60mila assunzioni in ruolo nel prossimo anno, corrispondenti ai posti attualmente vacanti, peraltro corrispondenti alle mancate assunzioni del ministro Gelmini rispetto ai numeri indicati dalla finanziaria Prodi. Con questi numeri si può garantire il mantenimento dei diritti acquisiti a coloro che sono stati nominati in ruolo e che non lo sarebbero stati se non ci fosse stato il meccanismo della coda. Si può garantire l’applicazione degli effetti della sentenza della Corte costituzionale e, soprattutto, si possono dare certezze a tanti docenti e continuità didattica a tante scuole. Superata questa fase di emergenza devono essere individuate nuove modalità di reclutamento, basate sulle selezioni attraverso concorso. Concorsi che devono essere attivati subito per tutte le graduatorie esaurite. L’incertezza e l’attuale vuoto normativo dimostrano l’errore strutturale del Ministro Gelmini di avere normato con regolamento le nuove modalità di formazione in ingresso e di non avere contestualmente definito le modalità di reclutamento. Su queste e sulla gestione della fase di transizione il PD è pronto per una approfondita discussione nelle commissioni parlamentari competenti. |