Viaggi di istruzione, da Tuttoscuola, 10.3.2011 Viaggi di istruzione, siamo alla resa dei conti. Negli scorsi mesi molti istituti avevano minacciato di annullarli per protestare contro i tagli dovuti alle riforme del ministro Gelmini e per contestare il taglio della diaria destinata ai prof anche in caso di viaggi all'estero (quella per le mete italiane era sparita da tempo). Ora, a poche settimane dal periodo clou delle partenze (marzo-aprile), la minaccia sta prendendo forma: molti collegi dei docenti, soprattutto al Centro-Nord, hanno deciso di non portare fuori i ragazzi. La protesta è supportata anche dai sindacati Cobas e Gilda. In alcuni casi, comunque, non si parte anche solo per punire alunni che hanno portato avanti occupazioni troppo prolungate o burrascose. Fra gli operatori del settore c'è preoccupazione. In effetti il taglio della diaria per i docenti sottoposti a un lavoro e fatiche aggiuntivi senza compenso appare molto dissuasivo. Succede dunque che le classi propendano per viaggi di istruzione con mete vicine e per un numero inferiore di giorni, e con soluzioni a buon mercato, magari raggiungendo mete estere con pullman e traghetti per non prendere l'aereo. A farsi interpreti di questo disagi sono stati Elisa Marchioni e Giovanni Bachelet, parlamentari del Pd, e Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, dopo l'incontro con le rappresentanze sindacali del mondo della scuola, le rappresentanze degli operatori turistici specializzati nei viaggi d'istruzione, e gli operatori del mondo della scuola e del turismo. Gli esponenti del Pd, nell'annunciare una interpellanza parlamentare, hanno fotografato la situazione: “Viaggi d'istruzione in crisi, con una diminuzione di oltre il 40% in questo anno, un miliardo di euro di valore in meno. Da un lato l'impoverimento delle famiglie è uno dei fattori che hanno ridotto la durata e spinto a preferire destinazioni più vicine, dall'altro, ad influire è anche la protesta degli insegnanti che, in modo spontaneo, a fronte delle scelte del Governo che penalizzano la scuola, hanno rifiutato di dare la disponibilità ad accompagnare gli studenti nei viaggi di istruzione”. Gli esponenti democratici in particolare hanno ricordato che “senza viaggi di istruzione di alto livello è la scuola intera che perde e sono tutti gli studenti a subire la privazione di importanti esperienze didattiche e socializzanti. Sono circa 30mila lavoratori del turismo che perderanno il lavoro per la riduzione delle gite scolastiche: il personale di piccoli hotel aperti per tre mesi all'anno per accogliere gli studenti, i ristoratori, gli autisti di pullman, le guide. Non saranno certo i 5 milioni di euro messi ora a disposizione dalle due Ministre del Turismo e dell'Istruzione a cambiare le cose: e' una cifra che, suddivisa, ammonta a un contributo risibile di 2 euro a studente”. |