Scuola, la Gelmini: Milano - (Adnkronos/Ign) - Il ministro dell'Istruzione ospite di 'Che tempo che fa': ''Sono pagati poco perché sono quantitativamente superiori al fabbisogno''. E attacca sul 'C-day': 'Molti di quelli scesi in piazza mandano i figli alla scuola privata'' IGN-ADNkronos, 13.3.2011 Milano, 13 mar. - (Adnkronos/Ign) - "Sono pagati pochissimo perché sono troppi, sono quantitativamente superiori al fabbisogno". Così il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ospite di Fabio Fazio, replica a chi sostiene che gli insegnanti italiani vengano pagati poco. Il ministro ricorda che un insegnante di scuola superiore con 15 anni di anzianità "guadagna 20 mila euro in meno del collega tedesco. Questo non è giusto, ma se si aumenta il loro numero all'infinito sono proletarizzati". Inoltre, ricorda che "la spesa nella scuola è aumentata del 30% negli ultimi 10 anni. Sono quasi 200 mila i bidelli, vengono spesi 600 milioni per le imprese di pulizia, ci sono più bidelli che carabinieri per avere delle scuole sporche". Per la Gelmini la scuola "deve tornare a essere un ascensore sociale" ma per farlo "bisogna cambiare le regole". Quanto alla manifestazione in difesa della Costituzione e della scuola pubblica tenutasi sabato, per la Gelmini, pur se ''assolutamente legittimà' ,''nasce da un presupposto sbagliato: che il governo abbia attaccato la scuola pubblica". Detto questo, attacca il ministro, "molti di quelli scesi in piazza mandano i figli alla scuola paritaria. Non è una contraddizione, ma lo trovo incongruente, forse non hanno fiducia nella scuola pubblica". Dallo studio della trasmissione 'Che tempo che fa' il ministro torna ad assicurare che nella sua riforma non ci sono tagli alla scuola, "ma tagli agli sprechi. Mi sentirei in colpa se avessi tagliato sulla qualità della scuola, non ho licenziato nessuno, ma abbiamo contenuto la pianta organica e liberato risorse che hanno permesso di non bloccare gli scatti di anzianità per gli insegnanti". Ribadisce poi di essere favorevole al fatto che ci siano investimenti privati nelle università. "Non c'è nulla di male - sottolinea - se i privati entrano nei consigli di amministrazione delle università. Bisogna superare la contrapposizione tra pubblico e privato". |