Scuola: rischio ricorsi a valanga di Gianni Trovati Il Sole 24 Ore, 27.3.2011
MILANO Il pericolo è concreto perché la sentenza di Genova ha un precedente, ancora più pesante: il Tribunale di Siena (sentenza 699/2009 del 27 settembre 2010) non si era limitato all'indennizzo, ma aveva imposto la stabilizzazione nei ruoli del ministero dei precari. Secondo i giudici toscani, la via verso la cattedra definitiva non era sbarrata nemmeno dal principio costituzionale che impone l'accesso al concorso ai ruoli della pubblica amministrazione, perché questo requisito sarebbe soddisfatto dall'abilitazione. La sentenza senese non aveva avuto una grossa eco, ma è proprio il calendario a dare rilievo al nuovo intervento dei giudici. La scuola, però, difficilmente potrà rimanere esposta a lungo al rischio-sentenze, anche perché l'esigenza di evitare i rinnovi di incarichi, magari cambiando ogni anno la destinazione dei docenti, creerebbe una situazione ingestibile ostacolando anche un minimo di continuità didattica. Il nodo degli incarichi, del resto, va ad arricchire un cahier di problemi che già fanno traballare l'architettura degli organici; c'è ancora da risolvere la questione aperta dalla sentenza della Consulta che ha bocciato gli inserimenti in coda dei precari che si iscrivono a una graduatoria provinciale diversa da quella "originale", e il milleproroghe non ha rinnovato le tutele per chi perde gli incarichi. Su tutti questi temi si intensifica il lavoro ministeriale per arrivare a una soluzione normativa. Sullo strumento da scegliere è in corso il confronto con l'avvocatura dello Stato, ma la scelta più probabile è quella del decreto, chiamato a blindare gli incarichi già assegnati e a introdurre definitivamente le graduatorie «a pettine», cioè quelle in cui il passaggio di provincia non cancella i punteggi maturati dai docenti nella graduatoria di origine. Per arrivare al traguardo serve un accordo con la Lega, che spinge invece per confermare gli inserimenti in coda dichiarati illegittimi da una Consulta, ma il Quirinale difficilmente approverebbe un provvedimento che "smentisca" la Corte costituzionale. gianni.trovati@ilsole24ore.com
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