Il prof di religione controcorrente, di A.G. La Tecnica della Scuola, 2.3.2011 Alla base del licenziamento vi sarebbe l’assenso da parte del docente sull’installazione di un distributore di preservativi all’interno di un istituto romano. Ma anche la posizione favorevole al ‘Gay Pride’. Forti critiche dal Pd romano: colpevole di educare alla consapevolezza. La senatrice radicale Poretti avvia un’interrogazione al ministro Gelmini: reintegri il docente destinandolo all'insegnamento di altra materia. Si sta trasformando in un caso politico la vicenda del professore di religione cattolica, Genesio Petrucci, in servizio nel liceo Keplero di Roma, a cui il vicariato ha sottratto l’esonero all’insegnamento: alla base della decisione dell’organo ecclesiastico superiore, vi sarebbe l’assenso da parte del docente sull’installazione di un distributore automatico di preservativi all’interno dell’istituto. Ma anche la posizione, anche questa favorevole, all’attivazione di manifestazioni annuali aperte al diverso, come il ‘Gay Pride’. La sorprendente presa di posizione del professore di religione deve aver turbato qualche collega o genitore, che si è probabilmente rivolto a chi di dovere. E poichè già in passato il vicariato aveva richiamato il docente, stavolta è scattato il ritiro dell’esonero all’insegnamento. Contro la decisione della Curia si sono già scagliati in diversi. Soprattutto politici. Ad iniziare dai rappresentanti del Pd nel XV municipio di Roma, dove è collocato l’istituto superiore, che nel rivendicare il "rispetto delle diversità" hanno chiesto di incontrare con urgenza il cardinale vicario Agostino Vallini dopo il licenziamento del professore di religione che aveva approvato la distribuzione di preservativi nel liceo Keplero: "ci troviamo davanti ad un paradosso – ha scritto in una nota Maurizio Veloccia, segretario del XV municipio - che il Vicariato ha applicato semplicemente la norma prevista dal Concordato secondo cui i professori di religione sono selezionati dalla Curia, anche se pagati dallo Stato". Gli fa eco Cristiana Alicata, responsabile Diritti del XV Municipio, secondo cui "ci troviamo davanti ad un lavoratore, per assurdo, licenziato per giusta causa, dove la giusta causa ha però natura fortemente discriminatoria. E' il senso stesso del Concordato che dovrebbe essere, su questo punto, rimesso in discussione, tenendo conto che il costo degli insegnanti di religione pesa 800 milioni di euro nelle casse dello Stato. Non dimentichiamo che il Vicariato manifestò nel 2009 contro tutti i razzismi, dentro cui c'era anche l'omofobia e ci aspettiamo, quindi, che un insegnante che educa alla consapevolezza e alla diversità sia considerato una ricchezza ed un ponte per il dialogo anche qualora non sia in linea con quanto previsto dal Concordato". Della questione potrebbe occuparsi anche il Parlamento: la senatrice radicale Donatella Poretti ha avviato un’interrogazione urgente al ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini: "considerato che il ruolo dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche italiane risulta subordinato al riconoscimento di idoneità dell'insegnante da parte dell'Ordinario ecclesiastico", nell’interrogazione si chiede se il responsabile del Miur "ritenga ammissibile che norme e giudizi provenienti da uno Stato estero pongano in essere una situazione di discriminazione nell'accesso al lavoro in ordine a orientamenti sessuali e politici di un dipendente dello Stato italiano; se il ministro non ritiene di dover intervenire rispetto alle decisioni prese dal Vicariato riguardo la non riconferma dell'idoneità all'insegnamento della religione cattolica del professor Petrucci; se il ministro non intenda disporre il reintegro nel ruolo di insegnante del professor Petrucci destinandolo all'insegnamento di altra materia". Una eventualità, quest’ultima, prevista dagli accordi Stato-Chiesa a seguito del Concordato di metà anni Ottanta. Solo che non vale per i supplenti. |