Lettera di un'insegnante precaria
meridionale che lavora al nord

Brescia, 17.3.2010

Sono un'insegnante precaria calabrese, lavoro da 5 anni nella provincia di  Brescia, ho deciso di dire anch’io la mia, dopo le vicende di queste ultime settimane sulle graduatorie, soprattutto perché disorientata e amareggiata per le  esternazioni da parte di alcuni politici e associazioni sindacali, che pur di andare contro il governo o raccimolare iscritti e soldi, hanno fatto dichiarazioni vergognose senza entrare nel merito della questione, senza conoscere la vita dei precari meridionali al nord. La mia esperienza è simile a quelle di molti altri precari, che soprattutto nel 2007 hanno fatto una scelta di vita, nella prospettiva di una sistemazione che sembrava vicina, vista la trasformazione delle graduatorie permanenti in  graduatorie ad esaurimento. In questi anni la mia vita ha incrociato quella di molti altri colleghi meridionali, ho visto i sacrifici di chi ha lasciato i figli e il marito a casa, i pianti di queste mamme che all’altro capo del telefono cercavano di calmare e coccolare i figli  che chiedevano solo di crescere con la loro mamma accanto. Vai a spiegare a un bambino di 4 o 5 anni che la sua mamma deve lavorare . Magari  si organizzavano a tornare ogni settimana o ogni 15 giorni anche per stare  un solo giorno accanto ai figli. Poi ci sono quelli che portano con se i figli, magari quelli più piccoli,  o addirittura si sono trasferiti con tutta la famiglia, come nel mio caso. Ma, anche in questa situazione, le cose non sono semplici, perché ad ogni convocazione per l’assegnazione delle cattedre il cuore batte in gola, soprattutto in questi anni di tagli. Infatti, ognuno di noi, spera di essere riconfermato nella stessa scuola o nella stessa zona, non tanto per noi che ogni anno dobbiamo ricominciare con nuovi alunni e colleghi, ma soprattutto per non spostare come pacchi postali i nostri bambini da una scuola  all’altra, è difficile pensare con gli impegni che oggi  ti dà la scuola, viaggiare per esempio dall’alta alla bassa bresciana, lasciando il figlio a tre ore di treno. Sacrifici, comunque, che tutti eravamo disposti a fare perché  prima o poi si arrivava alla meta. Adesso con l’apertura delle graduatorie, molti di noi, nella migliore delle ipotesi, avranno una supplenza chissà dove, nella peggiore delle ipotesi, qualcuno verrà e si prenderà la nostra supplenza e il nostro ruolo. E noi cosa faremo? Andremo a casa? Si, ma quale casa? Noi, allo stato attuale, non ci sentiamo né meridionali né settentrionali, ma siamo come sospesi in attesa di un posto, in modo da mettere radici, pensare per esempio ad un mutuo per una casa nostra. Siamo coscienti che si scatenerà una guerra tra poveri. Ma è legittimo che un povero deve togliere il pane di bocca a chi è più povero di lui? Vi posso assicurare, che noi lo siamo di più, non solo economicamente ma di affetti e rapporti umani.  La risposta al quesito sopra, in questo caso, è si, lo dice la Costituzione, che recita che bisogna poter circolare liberamente in Italia e accedere ai pubblici uffici secondo il merito. Forse noi non ce lo siamo meritato abbastanza il nostro posto di lavoro? Siamo insegnanti siamo coscienti che la Costituzione  è il faro del nostro vivere civile, ma perché rispettiamo le leggi e le istituzioni abbiamo rispettato una norma (legge Fioroni 296/2006) che ci è sembrata di buon senso, una norma capace di stabilizzare una volta per tutte la nostra vita da precari, anche se ha comportato per tutti sacrifici enormi. L’apertura delle graduatorie sconvolgerà la vita di molte persone la renderà ancora più precaria, per i tagli che ci sono stati al centro sud si parla di un esodo biblico.

Facendo delle indagini, mi è capitato di constatare che in molte province del Nord si sono esaurite anche le code, come qualcuno ha già dichiarato su orizzonte scuola, dicendo ai leghisti di non fare allarmismi, quindi i posti ci sono e si poteva lavorare anche con le code. Allora cosa cercano molte di queste persone che hanno fatto ricorso? Forse il ruolo? Così è, ed è sempre stato, chi è nell’ambiente sa che molti precari meridionali accumulano punti con supplenze in scuola pubbliche e private, con l’occhio attento alle graduatorie del nord, nel momento in cui si rendono conto, che il proprio punteggio è abbastanza alto, cambiano provincia arrivando in vetta e togliendo il ruolo a qualcuno che aspetta da anni con tanti sacrifici. Vedersi soffiato il ruolo sotto il naso da queste furbate è ancora più umiliante dei tagli della Gelmini, quest’ultimi, certo, acutizzano una piaga, che, con le graduatorie ad esaurimento, si cercava di risolvere Di questo sono coscienti tutti, anche i sindacati, addirittura molte precarie meridionali con qualche calcolo appropriato sono passate di ruolo e tornate a casa senza fare un giorno di scuola al nord. Con le graduatorie ad esaurimento il giochino si è rotto e sono scoppiati i ricorsi. Questa è l’onestà intellettuale che si sta difendendo da più parti?

Chiedo a tal proposito ai sindacati ed in particolare alla associazione Anief che sta facendo i ricorsi più disparati e in contrapposizione tra loro, per esempio il pettine e la stabilizzazione dei precari, se nel mio caso, il Giudice del Lavoro di Brescia dice che la Gelmini deve trasformare il mio contratto a tempo indeterminato, tutto ciò, come può avvenire se la mia cattedra dove ho insegnato molti anni viene occupata da altri. Quindi,  partiti politici e sindacati  tutti, che rivendicate, attraverso i ricorsi al ministero, che secondo la normativa europea abbiamo diritto alla stabilizzazione e che non si può reiterare il contratto a tempo determinato, si può pensare in caso di pettine, che, chi ha i tre anni di anzianità richiesta non deve essere scavalcato in graduatoria, in quanto abbiamo diritto man mano che si liberino i posti alla sistemazione NELLA NOSTRA PROVINCIA E SE POSSIBILE NELLA SCUOLA DOVE ABBIAMO LAVORATO SU POSTO VACANTE.  Mi rivolgo,  a nome di tanti precari del Sud al Nord,  alle istituzioni e ai sindacati, di guardare la medaglia da ambo i lati, di salvaguardare i diritti di chi ha fatto tanti sacrifici, i diritti di tutti noi che abbiamo creduto in una legge dello stato  e nelle graduatorie ad esaurimento, noi non siamo numeri in graduatorie, siamo persone a cui si sta distruggendo la vita. Da mesi voci contrastanti si rincorrono, molti di noi stanno perdendo la serenità e la salute, non si può giocare così con la vita delle persone, come gli altri abbiamo il diritto di difendere le nostre posizioni che abbiamo conquistato in questi anni fuori casa.  Lo Stato e la Costituzione non deve difendere i diritti di tutti?

Un’ultima considerazione volevo fare, come mai il Consiglio di Stato per quanto riguarda lo spostamento dei punti di servizio e dei 24 punti SSIS  ha emesso un verdetto in contrasto con quello della Corte Costituzionale? Infatti dice non è possibile spostate i punti in quanto le graduatorie ad esaurimento sono espressione  di una scelta di merito del legislatore, il quale, in una valutazione comparativa degli opposti interessi in gioco, ha inteso privilegiare la necessità di non alterare equilibri già esistenti e consolidati nelle attuali graduatorie permanenti, denominate, oggi, graduatorie ad esaurimento ribadendo l’immobilità e/o la cristallizzazione. Come mai due sentenze così contrastanti? forse è il momento di fare chiarezza, e l’ipotesi di congelare le graduatorie per capire come muoversi, forse non era così male.

 

                             Insegnante Precaria Meridionale al Nord