Scuola

Proteste prof anti-premier,
oggi minuto silenzio a Roma

Docenti informati via sms. Ieri stessa iniziativa in altre città

 TM news, 2.3.2011

Roma, 2 mar. (TMNews) - Non si arrestano le proteste per le parole del premier sulla scuola pubblica, che anche dopo la rettifica continuano ad essere considerate offensive: alle programmate manifestazioni politiche, con il Pd in piazza ieri sotto palazzo Chigi, e la mobilitazione del 12 marzo, hanno fatto seguito una serie di iniziative spontanee, molte delle quali alimentate direttamente dagli insegnanti.

In diverse città italiane, dal Trentino alla Puglia, il dissenso si è propagato via sms, attraverso i messaggi dei cellulari che indicavano appuntamenti reali. Il tam tam è giunto anche nella capitale: oggi "a mezzogiorno - riporta il testo ricevuto via sms da migliaia di docenti della capitale - un minuto di silenzio per l'offesa agli insegnanti della scuola pubblica da parte del presidente del consiglio".

La contestazione contro il premier non si placa nemmeno ad ascoltare le dichiarazioni. "Credo che il sit-in di ieri, come la mobilitazione del 12 marzo, come la notte bianca della scuola - ha commentato Vittoria Franco, senatrice del Pd - siano tutte iniziative doverose di fronte ad un attacco inaudito ad una delle istituzioni fondamentali della nostra democrazia. Berlusconi è interessato solo a trasformare i cittadini in consumatori acritici, l'istruzione è un optional. Fa inorridire poi che il ministro dell'Istruzione non senta l'esigenza di difendere gli insegnanti e la scuola pubblica, ma difenda invece il Presidente del Consiglio, delegittimando in questo modo il suo ruolo".

Intanto, per domenica prossima, l'Associazione nazionale del libero pensiero Giordano Bruno ha organizzato a Roma il convegno 'Scuola libera se statale': "la scuola - ha detto la presidente Maria Mentello - educa ad essere padroni della propria mente. Compiti alti e delicati che solo un'istruzione che non ha padroni né fideismi può assolvere. Questa scuola libera è solo la scuola statale: che dà fastidio soltanto a chi non vuole cittadini, ma sudditi".